Marck Zuckerberg avrebbe intenzione di tagliare altre migliaia di posti di lavoro nella sua azienda Meta. Lo scopo di questi licenziamenti sarebbe quello di attuare un’organizzazione più efficiente.
Zuckerberg verso il taglio di altre migliaia di posti a Meta
L’imminente serie di tagli è guidata da obiettivi finanziari e non solo. Meta, che ha visto un rallentamento delle entrate pubblicitarie, ha spostato l’attenzione sulla piattaforma di realtà virtuale Metaverso, chiedendo ai manager di stilare liste di dipendenti che possono essere licenziati. Un portavoce di Meta ha rifiutato di commentare come verranno effettuati questi tagli. Secondo quanto si vocifera, questa fase di licenziamenti potrebbe attuarsi già durante la prossima settimana. Chi sta lavorando al piano spera che sia pronto prima che l’amministratore delegato Mark Zuckerberg vada in congedo parentale per l’imminente nascita del suo terzo figlio.

L’imprenditore statunitense ha definito il 2023 «l’anno dell’efficienza» di Meta e l’azienda lo ha comunicato ai dipendenti durante le valutazioni delle prestazioni, che sono state completate la scorsa settimana. Tra i dipendenti stessi aleggia un’ansia crescente e un morale basso. Alcuni di loro si sono detti preoccupati di ricevere i loro bonus, che dovrebbero essere distribuiti questo mese, se dovessero perdere il lavoro anticipatamente.

Meta, inoltre, da mesi non vedrebbe un futuro troppo roseo. La crisi già iniziata nel 2022 a Menlo Park, sede dell’azienda, è stata causata soprattutto dagli ingenti investimenti nel Metaverso che hanno infastidito alcuni azionisti, nonché il calo di utenti e pubblicità sulle piattaforme più tradizionali e dall’infruttuoso inseguimento di TikTok.
Il precedente taglio di 11 mila dipendenti
Nel suo primo licenziamento significativo, a novembre 2022, Meta aveva licenziato 11 mila dipendenti. L’azienda ha anche lavorato per snellire la sua organizzazione, donando ai manager licenziati pacchetti di buyout in modo che potessero diventare degli investitori e tagliando interi team ritenuti non essenziali. Una mossa che a quanto pare è ancora in fase di finalizzazione e che potrebbe interessare migliaia di dipendenti.