Il 3 ottobre 1981 nasceva Zlatan Ibrahimovic, lo spaccone del calcio

Redazione
03/10/2022

Compie 41 anni Zlatan Ibrahimovic, ancora in campo (quando non è infortunato) a trascinare il Milan. Talento sconfinato, ego strabordante, protagonista di dichiarazioni a effetto e qualche sbruffonata sul terreno di gioco. Tag43 vi dà il buongiorno con le "mattate" dello svedese.

Il 3 ottobre 1981 nasceva Zlatan Ibrahimovic, lo spaccone del calcio

Lo spaccone del calcio, l’highlander degli attaccanti, la versione pallonara del Marchese del Grillo, «io sono Zlatan e voi non siete un cazzo». Compie 41 anni Ibrahimovic, centravanti del Milan che, per forza di cose vista l’età, sta passando più tempo in infermeria che in campo, ma il suo carisma resta ingombrante alla stessa maniera, nello spogliatoio. Svedese figlio di immigrati jugoslavi, fisico statuario, 195 centimetri per 95 chili di muscoli, sarebbe stato probabilmente il giocatore più forte della sua generazione se Cristiano Ronaldo e Lionel Messi non fossero esistiti. Ha giocato in Italia per tutte tre le big della Serie A, Juventus, Inter e Milan, come pochi altri – Andrea Pirlo e Roberto Baggio, su tutti – riuscendo a farsi rispettare da ogni tifoseria. Gli manca la Champions league e il Pallone d’oro, ha gironzolato per mezza Europa, tra Spagna (Barcellona), Francia (Paris Saint Germain) e Inghilterra (Manchester United), prima di andare a svernare negli Stati Uniti, a Los Angeles, quando la sua carriera sembrava al termine. E invece è tornato in Serie A, ultimamente diventata cimitero degli elefanti, per dimostrare di essere ancora decisivo anche alle soglie dei 40 anni. E ce l’ha fatta, trascinando con la sua personalità e la sua classe il Milan all’ultimo insperato scudetto.

Il 3 ottobre 1981 nasceva Zlatan Ibrahimovic, lo spaccone del calcio
Zlatan Ibrahimovic fuma un sigaro in campo durante i festeggiamenti per lo scudetto del Milan. (Getty)

Talento e grande ego, un po’ schiavo del personaggio

Ma Ibra oltre al suo talento ha nel tempo coltivato anche un grande ego, diventando quasi schiavo del suo personaggio. Sono tante le sbruffonate che si ricordano, a partire dalle dichiarazioni: «Non posso che compiacermi di quanto sono perfetto»; «Io sono Zlatan. Voi chi diavolo siete?»; «Assolutamente no, Zlatan non fa provini»; «La mia esperienza a Barcellona? È come comprarsi una Ferrari e guidarla come una Fiat»; «Una cosa è sicura: una Coppa del Mondo senza di me non merita di essere seguita»; «Non sono violento, ma se fossi in Guardiola avrei paura»; «Sono andato in Inghilterra in sedia a rotelle, ma l’ho conquistata in tre mesi»; «Se Parigi rimpiazzasse la Tour Eiffel con la mia statua, rimarrei di sicuro»; «Non ho bisogno del Pallone d’oro per sentirmi il migliore»; «Mi chiedi cosa sono questi graffi in faccia? Non lo so, dovresti chiederlo a tua moglie»; «Se avessi praticato professionalmente il taekwondo, avrei vinto l’oro alle Olimpiadi»; «Los Angeles, welcome to Zlatan»; «Io sono il più grande dopo Alì»; «Perché essere normali quando si può essere il migliore?»; «La mia carriera finirà presto? Mi sto solo riscaldando». Ma le smargiassate non si sono limitate alle conferenze stampa e alle interviste: si sono viste anche in campo. Avversari sbeffeggiati, accenni di risse, scontri di gioco. Tag43 vi dà il buongiorno con un estratto di Ibra in purezza.