Lo storico locale del cabaret milanese, Zelig, rischia la chiusura. A portarlo vicino alla serrata sono vicende giudiziarie legata alla società di Smemoranda Group, sotto liquidazione giudiziale chiesta e avviata dal Tribunale di Milano. All’interno della stessa holding c’è infatti la Zmc, la società che controllava il teatro in cui, sin dagli anni ’80, sono sbocciati e cresciuti comici di tante generazioni, fino all’arrivo in tv e al successo mediatico degli ultimi decenni. La crisi del gruppo Smemoranda è partita nel 2020 e, nonostante cassa integrazione e tagli al personale, con oltre 50 licenziamenti, non si è arrivati a una risalita. Ora si rischia la chiusura e gli ultimi impiegati attendono la lettera di licenziamento. I comici si schierano a sostegno dello Zelig.

Giancarlo Bozzo: «Da qui sono passati tutti»
Da Zelig, sin dagli anni ’80, sono partiti tanti comici. Lo ricorda il direttore Giancarlo Bozzo, uno dei tre fondatori insieme a Gino Vignali e Michele Mozzati, ancora alla guida del teatro: «Dal gruppo dei Comedians di Salvatores a Maurizio Milani, da Dario Vergassola ad Antonio Albanese con il suo Epifanio, per arrivare agli ultimi personaggi come Max Lastrico e Checco Zalone, da qui sono passati tutti». Nel dicembre 2022 era stata Mediaset ad acquistare il marchio, per circa 6 milioni di euro, ed era stato lo stesso Ceo Piersilvio Berlusconi a dichiarare che «Zelig è un grande valore, uno dei simboli più noti e più amati dell’intrattenimento italiano. Per noi è importante che continui a esistere e a crescere. E siamo certi che grazie alla forza delle nostre reti e all’eccellente creatività dei fondatori, il simbolo della comicità italiana avrà un futuro importante».
Il ricordo dei comici
Su Corriere della Sera, inoltre, alcuni comici come Leonardo Manera hanno voluto ricordare i momenti più belli vissuti sul palco: «Nel ‘92 per il mio spettacolo ho scritto un pezzo romantico dedicato a una ragazza con cui uscivo. L’ho conquistata allo Zelig, e poi siamo stati insieme sette anni». Sulla chiusura interviene Enrico Bertolino: «Sarebbe una perdita enorme, proprio ora che è più che mai necessaria una satira intelligente sulla politica e sul costume italiani». E lo fa anche Teo Teocoli: «Bisogna tenere alta l’attenzione sullo Zelig ma temo la chiusura: si spegnerebbe l’ultima luce importante del cabaret milanese. So che verrà organizzata una serie di spettacoli e di sicuro anch’io vi parteciperò».
