Perché Zelensky ha paragonato Mariupol a Verdun parlando al parlamento francese

Redazione
24/03/2022

Il presidente ucraino, che ha citato anche il motto Liberté, Egalité, Fraternité e Jean-Paul Belmondo, ha ricordato la battaglia simbolo della Prima Guerra Mondiale paragonando la carneficina del 1916 alla distruzione della città sul mar D'Azov.

Perché Zelensky ha paragonato Mariupol a Verdun parlando al parlamento francese

Il motto Liberté, egalité, fraternité. Verdun. E persino Jean-Paul Belmondo. Sono stati questi i richiami scelti da Volodymyr Zelensky per il suo discorso all’Assemblea nazionale e al Senato francesi a cui, senza menzionare la no fly zone, ha chiesto sostegno e supporto militare.

Zelensky ha chiesto a Renault, Auchan e Leroy Merlin di lasciare la Russia

Il presidente ucraino continua così il suo ‘format’. Se nel discorso a Montecitorio aveva paragonato Mariupol a Genova, a Parigi ha optato per il paragone con Verdun. Il richiamo alla battaglia simbolo della Prima Guerra mondiale ha stupito i francesi che, dopo le citazioni di Churchill bel Regno Unito e di Pearl Harbour al Congresso Usa, si aspettavano dal presidente ucraino un richiamo al generale De Gaulle. Così non è stato. Zelensky ha chiesto alla Francia di fare pressioni «per costringere la Russia a optare per la pace di fronte a una guerra contro la libertà, la fraternità e l’uguaglianza, tutto quello che ha reso unita l’Europa». E, ancora: «Dopo settimane di invasione russa, Mariupol e altre città ucraine colpite dall’occupante ricordano le rovine di Verdun», ha detto Zelensky. «Come si vede sulle foto della Prima Guerra mondiale che tutti abbiamo visto, l’armata russa non distingue gli obiettivi da colpire», ha ribadito il presidente ucraino. «Distrugge tutto: quartieri residenziali, ospedali, scuole, università. Tutto. Bruciano i magazzini di generi alimentari e medicine, bruciano tutto». Alla fine del suo intervento ha poi fatto un riferimento à Jean-Paul Belmondo. «La gente deve vivere la propria vita, non dobbiamo più dirci addio sotto le bombe, in stato di guerra ma con dignità. Dobbiamo poterci salutare come la Francia ha salutato Belmondo». Zelensky si è anche rivolto alle società francesi che operano ancora in Russia come Renault, Auchan e Leroy Merlin del gruppo Mulliez (che con 76 mila addetti e 231 supermercati è il più grande datore di lavoro francese in Russia dove ha un giro di affari da 3,2 miliardi d’euro). «Devono smettere di essere sponsor della macchina da guerra russa, devono smettere di finanziare le uccisioni di donne e bambini», ha insistito Zelensky. «Tutti ricorderanno che i valori valgono più dei profitti».

Mariupol come Verdun: Zelensky al parlamento francese
L’intervento video di Zelensky al Parlamento francese (Getty Images).

Perché Zelensky ha accostato Mariupol a Verdun

Zelensy ha poi accostato Mariupol, città assediata e distrutta al 90 per cento, a Verdun. Quella di Verdun combattuta dal 21 febbraio al 19 dicembre 1916 è stata una delle battaglie più sanguinose della Prima Guerra mondiale. Complessivamente tra morti, feriti e dispersi l’esercito francese e quello tedesco persero quasi 1 milione di soldati. Durante i combattimenti la città resistette a ogni assalto delle forze tedesche, anche grazie all’intuito del generale Philippe Pétain che chiuse di fatto l’unica strada di accesso alla città, la Voie Sacrée, impedendo così lo sfondamento nemico. La drammaticità della battaglia è riassunta nelle parole del soldato e scrittore Jacques d’Arnoux: «Se non avete visto Verdun, non avete visto la guerra». Se dal punto di vista strettamente militare la carneficina non portò a nessun vincitore, da quello psicologico la battaglia di Verdun fu considerato un successo dei francesi che riuscirono a fermare i tedeschi e a impedire la marcia su Parigi. Verdun era una cittadina-roccaforte a 200 chilometri dalla Capitale. Nel 1916 era considerata inattaccabile: circondata da colline toccate dalla Mosa, era difesa da numerosi forti e da profonde trincee lunghe dai 4 ai 5 chilometri costruite durante la precedente guerra franco prussiana del 1870. Dopo l’offensiva tedesca da nord che culminò nella battaglia della Marna (settembre 1914), il fronte si era stabilizzato si una linea di trincee che andava dal Canale della Manica alla Svizzera. Per rompere lo stallo, i tedeschi attaccarono proprio Verdun, centro strategico (come Mariupol) per l’esercito francese e snodo ferroviario. L’enorme quantità di armi utilizzate dalle granate ai gas velenosi, cambiarono per sempre il territorio di Verdun. Alla fine della guerra, nel 1918, nell’impossibilità di bonificare la zona tutti i villaggi dell’area furono abbandonati.