Botta e risposta, seppur non diretto, tra Silvio Berlusconi e Volodymyr Zelensky. Durante la conferenza stampa congiunta con Giorgia Meloni, recatasi a Kiev per incontrarlo e toccare con mano gli orrori della guerra, il leader ucraino è entrato a gamba tesa nelle questioni politiche italiane insinuando che il leader di Forza Italia non abbia mai davvero vissuto un conflitto «grazie all’amore fraterno della Russia». Dichiarazioni alle quali il Cavaliere non ha fatto pervenire una replica formale ma verso cui, fanno trapelare i suoi, ha provato non poca irritazione. Anche lui, infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale è dovuto fuggire da una Milano bombardata e si è trovato sfollato con la madre Rosa.
Zelensky contro Berlusconi sulla guerra
«Io credo che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata, mai siano arrivati con i carri armati nel suo giardino, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare e tutto questo grazie all’amore fraterno della Russia». Così il presidente ucraino si è espresso sull’ex premier italiano, colto di sorpresa dall’affondo inaspettato. Finora, infatti, Zelensky era rimasto cauto, limitandosi ad una battuta nei confronti del leader azzurro («Non lo conosco personalmente, se gli piace la Vodka noi ne abbiamo di ottima qualità e gliela regaliamo»). Ma adesso, forse reso più forte dalla presenza a Kiev della premier Meloni, si è spinto oltre.

Berlusconi non ha fatto pervenire alcuna replica ufficiale, né tramite un comunicato né tramite un’intervista in televisione – ciò avrebbe potuto trasformare la polemica in un caso diplomatico. Ma, dal partito, i suoi parlano di irritazione sia sul piano politico che personale. «Non è vero che non conosco la guerra. Da ragazzino sono stato sfollato anche io, gli orrori della guerra li ho vissuti», riferiscono alla stampa i suoi fedelissimi. Il leader di FI è infatti nato nel 1936 e, nei suoi primi anni di vita, ha dovuto fare i conti col secondo conflitto mondiale. Il piccolo Silvio, che viveva nella Milano bombardata, è rimasto lontano dal capoluogo lombardo per tre anni vivendo tra Oltrona San Mamette e Lurate Caccivio, due paesi in provincia di Como. Il padre, ricercato come antifascista, si era invece rifugiato in Svizzera. «Il giorno più bello della mia vita è stato quando lui ritornò dal suo esilio volontario e io scendevo da ormai tre settimane ad aspettarlo alla fermata di un tram, che non arrivava nel paese dov’eravamo sfollati ma che collegava due paesi vicini. Quella volta in cui lui scese dal tram, mi abbracciò e mi portò in braccio fino a casa baciandomi e stringendomi ritengo che sia stato probabilmente il giorno più felice di tutti», aveva raccontato l’ex premier a TeleTicino.

Mosca: «Attacco di rabbia impotente»
Se il Cav ha scelto, per ora, la strada del silenzio, così non ha fatto la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. L’esponente moscovita ha così commentato le dichiarazioni di Zelensky: «In un ennesimo attacco di rabbia impotente, l’abitante del bunker si è scagliato contro Berlusconi perché questi ha ricordato al regime di Kiev del Donbass (ndr. Berlusconi, nei giorni scorsi, aveva accusato l’Ucraina di aver triplicato gli attacchi contro le due repubbliche separatiste)». Dopo aver ricordato i bombardamenti su Milano avvenuti quando Berlusconi era bambino, ha così aggiunto: «In modo banale, Zelensky ha paragonato il proprio regime a quello fascista e l’operazione militare speciale russa alle azioni degli Alleati nella Seconda guerra mondiale. Gli è scappata la verità».