Nelle prime ore di venerdì la Russia ha bombardato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sud-est dell’Ucraina. A seguito dell’attacco è divampato un incendio che ha destato grande preoccupazione, come testimoniato dai tweet del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. L’allarme è poi rientrato: le fiamme, domate dai vigili del fuoco, non hanno danneggiato né strutture essenziali né i reattori della centrale, che è comunque finita in mano russa.
Zaporizhzhia, lo scoppio dell’incendio
Russian army is firing from all sides upon Zaporizhzhia NPP, the largest nuclear power plant in Europe. Fire has already broke out. If it blows up, it will be 10 times larger than Chornobyl! Russians must IMMEDIATELY cease the fire, allow firefighters, establish a security zone!
— Dmytro Kuleba (@DmytroKuleba) March 4, 2022
La centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata bombardata attorno all’una di notte. È a quest’ora che su Telegram sono comparse le prime immagini di esplosioni attorno al complesso. Subito dopo l’attacco è divampato un incendio. «L’esercito russo sta sparando da tutti i lati sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia , la più grande centrale nucleare d’Europa. Il fuoco è già divampato», ha scritto su Twitter il ministro Dmytro Kuleba.
Zaporizhzhia, le accuse di Zelensky a Putin
Nelle ore più concitate, Volodymyr Zelensky ha pubblicato un videomessaggio, accusando Putin di voler ricorrere al «terrore nucleare» e di voler replicare il disastro di Chernobyl: «Nessun paese diverso dalla Russia ha mai sparato contro le centrali nucleari. Questa è la prima volta nella nostra storia, nella storia dell’umanità. Se ci sarà un’esplosione sarà la fine di tutto. Sarà la fine dell’Europa». Kuleba ha parlato di un possibile disastro «dieci volte peggiore di Chernobyl».
Ore di paura, attaccata la centrale di #Zaporizhzhia. Fiamme spente intorno alle 6:20.
Che Putin attacchi una centrale al confine con il suo Paese dimostra la sua totale irresponsabilità anche nei confronti del suo popolo. Eccola la guerra, sempre illogica.#UkraineRussianWar pic.twitter.com/atEgd5mgZf
— Giulio Cavalli (@giuliocavalli) March 4, 2022
Zaporizhzhia, il difficile intervento dei vigili del fuoco
«I vigili del fuoco non possono raggiungere l’incendio perché sono sotto il tiro di armi da fuoco», ha dichiarato a un certo punto Dmytro Orlov, sindaco di Enerhodar, ovvero la città più vicina alla centrale nucleare. Orlov ha anche parlato anche di vittime tra i combattenti ucraini della Guardia Nazionale, che erano a difesa dell’impianto. Alla fine, l’incendio è stato spento dai vigili del fuoco alle 6:20 locali (le 5:20 in Italia), riusciti ad arrivare sul posto.

Zaporizhzhia, i reattori non sono stati toccati della fiamme
L’allarme nucleare è rapidamente rientrato: l’artiglieria russa avrebbe colpito delle palazzine esterne al perimetro dei reattori, che non sono stati toccati dalle fiamme. «Le attrezzature essenziali della grande centrale nucleare di Zaporizhzhya, colpita e incendiata da tiri d’artiglieria russa nel sud dell’Ucraina, non sono state compromesse dall’incendio», ha reso noto l’Agenzia per l’energia atomica dell’Onu.
Zaporizhzhia, l’impianto occupato dalle truppe russe
Le autorità ucraine hanno dichiarato che i livelli di radiazioni nell’impianto sono nella norma, confermando che l’incendio non ha causato danni alla centrale. Hanno poi aggiunto che al momento l’impianto rimane operativo e che è stato occupato dalle truppe russe. Kiev ha reso noto che nell’attacco da parte della Russia non ci sono state vittime.

Zaporizhzhia, dove si trova il complesso
La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande d’Europa e la nona al mondo. Ha sei reattori, che possono erogare una potenza totale di 5.700 megawatt: produce un quinto di tutta l’elettricità dell’Ucraina. L’impianto, costruito tra il 1984 e il 1995, si trova sul fiume Dnepr, a circa 200 chilometri dalla regione contesa del Donbass e a 550 chilometri dalla capitale Kiev, a metà strada circa tra la città assediata di Mariupol e quella occupata dai russi di Kherson.