Salvate dal lockdown
Senza turismo di massa e traffico nautico, le tartarughe Caretta Caretta di Zante hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma ora la tregua è finita.
Senza turismo di massa e traffico nautico, le tartarughe Caretta Caretta si sono riappropriate dei loro habitat naturali, cambiando addirittura le proprie abitudini riproduttive. È quello che hanno osservato alcuni ricercatori sull’isola di Zante, una delle mete più gettonate della Grecia con, in tempo di pre-pandemia, 1 milione di visitatori l’anno.
Nel 2020 sono stati trovati ben 1.800 nidi di Caretta Caretta
Come racconta il Guardian, un recente studio finanziato dalla Queen Mary University di Londra e dalla Deakin University di Victoria, Australia, suggerisce infatti che le Caretta Caretta, con il lockdown e il calo del traffico nautico del 2020, durante la stagione riproduttiva da maggio a giugno non si spostavano più nelle acque fredde a 400 metri dalla costa ma rimanevano nelle acque più calde a un centinaio di metri dalla riva. A spingere le tartarughe al largo, con il rischio di non trovare le temperature ottimali per la maturazione delle uova, sarebbe stata dunque la presenza di turisti. Lo conferma anche il fatto che il 2020 è stato un anno record per il numero di nidi trovati a Zante. L’associazione Archelon ne ha contati ben 1.800, uno dei numeri più alti nei 38 anni di attività sull’isola greca.

Il sovraffollamento della baia di Laganas e il modello di Sekania
Dimostrare però una correlazione scientifica tra il comportamento di queste tartarughe e il calo del turismo durante i lockdown non è semplice. Sicuramente, fanno notare i ricercatori, per le Caretta Caretta è stato più facile nidificare sulle spiagge libere da ombrelloni, lettini e turisti. La tregua però potrebbe durare poco. I turisti stanno tornando a popolare l’isola. E la baia di Laganas, una delle aree protette di Zante, è di nuovo piena di barche a motore. Le violazioni delle regole, purtroppo, sono all’ordine del giorno. Le barche accompagnano illegalmente dozzine di turisti sulla spiaggia, dove i nidi di tartaruga sono protetti solo da alcune corde. L’unica soluzione, secondo Laurent Sourbes, coordinatore del parco nazionale di Zante, è multare i trasgressori. Ma servono più risorse. «Da soli non ce la facciamo», ha detto al Guardian. «Ci occorre l’aiuto della guardia costiera». Che però, in alta stagione soprattutto, ha risorse veramente limitate. Nella spiaggia di Sekania, invece, le cose vanno diversamente. Avendo la più alta densità di tartarughe Caretta Caretta del Mediterraneo, è completamente protetta con accesso vietato ai turisti.