Tra i calciatori delusi dalla chiusura del calciomercato c’è Nicolò Zaniolo. Il centrocampista ha rotto definitivamente i rapporti con la Roma e a gennaio si pensava fosse tutto pronto per il suo trasferimento. Trattative saltate per la richiesta alta del club capitolino e atleta rimasto a Trigoria, dove ora vive da separato in casa. Tanto che nello spogliatoio sono scomparsi sia il suo nome sia la foto dall’armadietto che è stato suo per quattro anni e che, adesso, non gli appartiene più. Al giocatore è stato chiesto di allenarsi da solo già sabato scorso, pur non essendo ufficialmente fuori rosa. Ora ha soltanto due alternative: chiedere scusa e provare a ricucire i rapporti o mantenere la strada intrapresa, rischiando di restare fuori fino all’estate o alla scadenza del contratto, tra un anno e mezzo.

Zaniolo: via foto e nome dall’armadietto
Lo spogliatoio di Trigoria, quindi, non è più un luogo adatto a Zaniolo, quantomeno per la società. Con i compagni il calciatore non ha vissuto momenti di tensione, ma con il passare del tempo sembra quasi impossibile che possa tornare nelle grazie del tecnico José Mourinho. La scadenza del suo contratto è lontana, il 30 giugno 2024. E il calciatore vuole cambiare aria. Soprattutto dopo le minacce ricevute a Roma nei giorni scorsi, per le quali si sarebbe già rivolto all’Assocalciatori. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi della causa per mobbing, ma visto il precedente di Rafa Leao allo Sporting Lisbona non è così semplice come strada da seguire.

Il caso Leao nel 2018
Leao si è svincolato dallo Sporting dopo un’aggressione ma ora dovrà risarcire il club. La vicenda in questo caso risale al 2018, prima del passaggio al Lille. Anche in quel caso c’è stato uno scontro con i tifosi ma un anno fa, a 4 anni di distanza, il Tas di Losanna ha condannato la squadra francese e il calciatore portoghese a risarcire il club di Lisbona con 16,5 milioni di euro. Un’eventualità che pesa come un precedente e che fa diminuire le possibilità di una via simile.