Negli ultimi 19 anni, Yvan Colonna aveva sperato solo di ritornare a casa, in Corsica. Nel carcere di Borgo. Invece il 61enne è morto il 21 marzo dopo essere stato strangolato e soffocato nella prigione di Arles a inizio mese. Arrivato in ospedale in coma, non ce l’ha fatta.
L’aggressione in carcere ad Arles e la morte in ospedale
Colonna aveva lasciato l’isola nel luglio 2003, quando venne arrestato – dopo quattro anni di latitanza – per l’omicidio del prefetto Claude Érignac, freddato ad Ajaccio nel febbraio 1998. Nonostante fosse stato condannato all’ergastolo in via definitiva nel 2011, il pastore di Cargese si era sempre dichiarato innocente. La famiglia di Yvan Colonna ha confermato la sua morte all’ospedale di Marsiglia. Franck Elong Abé, il presunto omicida, è un detenuto di origine camerunense di 36 anni radicalizzato e condannato per terrorismo. Interrogato, ha spiegato di aver aggredito Colonna perché aveva offeso il Profeta.

Le rivolte e l’apertura di Parigi all’autonomia della Corsica
L’aggressione a Colonna aveva scatenato violente proteste sull’isola. Disordini che hanno spinto Parigi ad annunciare un’apertura verso l’autonomia. Il 17 marzo il governo aveva deciso la sospensione della pena per Colonna, e il giorno prima il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, arrivando ad Ajaccio aveva promesso: «Siamo pronti ad arrivare fino all’autonomia. Ecco, la parola l’ho detta». Soddisfatto ma prudente Gilles Simeoni, ex avvocato di Colonna e attuale presidente della Regione: «Sono parole importanti, che aprono una prospettiva, ma sono parole alle quali adesso bisogna dare un seguito e una concretizzazione». La svolta parigina non aveva invece convinto il Fronte di liberazione nazionale della Corsica, FLNC, che aveva minacciato di riprendere la lotta armata.
La militanza del Fronte di liberazione nazionale corso e l’attentato di Pietrosella
Figlio di una insegnante di origine bretone e di Jean-Hugues Colonna, ex deputato socialista delle Alpi Marittime, Yvan si trasferisce con la famiglia da Cargese ad Ajaccio e quindi a Nizza. Qui all’università insieme alla sorella maggiore Christine scopre l’impegno politico criticando l’atteggiamento coloniale della Francia. Idee che non abbandona una volta tornato a casa, a 21 anni. Eccellente negli sport, diventa imprenditore agricolo e pastore. Ma se di giorno accudisce le sue capre, la notte sfida Parigi. Entra infatti nella sezione locale del Fronte di liberazione nazionale corso (FLNC). Cargese, centro fondato nel 1676 da famiglie greche in fuga fai turchi, negli Anni 80 è la base degli indipendentisti. Yvan Colonna è attenzionato dall’intelligence. Sfugge varie volte all’arresto ma la sua “vita criminale” inizia il 6 settembre 1997, quando partecipa all’attentato alla gendarmeria di Pietrosella. I tre proiettili che uccidono sei mesi dopo il prefetto Erignac provengono da una delle due armi rubate ai gendarmi presi in ostaggio durante il blitz.

L’omicidio Érignac, la latitanza e la condanna all’ergastolo
Il 6 febbraio 1998, il prefetto Claude Erignac è freddato a colpi d’arma da fuoco nel centro di Ajaccio. Tre giorni dopo, un comunicato stampa di un gruppo chiamato Les Anonymes rivendica l’assassinio. Parte così una imponente caccia all’uomo con centinaia di arresti. Solo nel 1999 in un blitz delle forze dell’ordine vengono arrestati coloro che da quel momento in avanti saranno chiamati il commando Erignac: Alain Ferrandi e Didier Maranelli. Durante gli interrogatori, viene fatto il nome del possibile esecutore: Yvan Colonna. Il pastore di Cargese però ha fatto perdere le sue tracce, diventando un fantasma. Dopo quattro anni, il 4 luglio 2003, viene però arrestato nei pressi di un ovile a Olmeto, 100 chilometri a sud di Cargèse. Nicolas Sarkozy, ministro dell’Interno che ambisce all’Eliseo, dà la notizia durante un viaggio a Carpentras ignorando la presunzione di innocenza. «La polizia francese ha appena arrestato Yvan Colonna, l’assassino del prefetto Erignac», dichiara. Dopo anni di processi Colonna è condannato all’ergastolo. Risposatosi nel 2011 nel carcere di Fresnes e padre di due figli, chiede a più riprese di essere trasferito sull’isola dopo la revoca di detenuto speciale. Viene invece spostato prima a Tolone poi ad Arles. Colonna muore il 21 marzo a Marsiglia, senza aver mai rivisto casa.