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Teniamoci in VKontakte

Il Facebook russo è ora nelle mani di Yuri Kovalchuk, amico di Putin, azionista di maggioranza di Banca Rossiya e con una grossa partecipazione in Sogez, la società assicurativa di Gazprom. Aumenta così il controllo del Cremlino sui social in vista delle Presidenziali 2024. Il profilo.

11 Dicembre 2021 09:52 Stefano Grazioli
profilo di Yuri Kovalchuk, il capo di VKontakte

Quando si parla di media e di internet in un Paese come la Russia il discorso cade ovviamente sulla libertà di stampa, prezioso e fragile bene che però non è certo in cima alle priorità del Cremlino che in maniera lenta, ma inesorabile, ha provveduto negli ultimi anni a stringere sempre di più le maglie. La Russia, secondo la classifica di Reporter senza frontiere del 2021 è 150esima su 180 Paesi, facendo meglio solo di pochi Stati, tra i quali Cina, Iran e Corea del Nord, e anche dell’Arabia Saudita, dove il principe Bin Salman è accusato di aver fatto a pezzi il giornalista Jamal Khashoggi senza però finire sulla lista nera degli Stati Uniti.

Il pluralismo di facciata ai tempi di Yeltsin

Questioni di propaganda e doppiopesismo da parte di Usa e Ue. Vero è che la Russia di Putin è nettamente peggiorata in due decenni, ma 20 anni fa non era esattamente la culla della democrazia e dei media liberi visto che della medesima classifica occupava la posizione numero 120, sempre dietro i soliti noti. Prima ancora, negli Anni 90 di Boris Yeltsin, quando non c’erano ancora i ranking di Rsf, giornali e tv erano in possesso di un manipolo oligarchi che sotto il velo di finto pluralismo si facevano la guerra, vera, anche a pistolettate.

chi è il nuovo capo di VKontakte e amico di Putin Yuri Kovalchuk
Yuri Kovalchuk (Getty Images).

Il passaggio di mano di VKontakte da Usmanov a Kovalchuk

La Russia di oggi è appiattita dalle veline del Cremlino sui media statali e su buona parte di quelli privati, gli spazi liberi ci sono, soprattutto in Rete, con internet che ha svolto un ruolo importante nel mantenere un minimo di informazione non condizionata. Almeno per chi la vuole, visto che le ricerche sociologiche, ultima quella del Levada Center qualche settimana fa, dicono che solo il 39 per cento dei russi ritiene importante il diritto all’informazione. C’è poco da stupirsi quindi che il passaggio di mano del più grande social russo, V-Kontakte – il Facebook in cirillico con oltre 100 milioni di utenti in tutto il mondo fondato da Pavel Durov, il papà di Telegram – tra due oligarchi abbia suscitato poche reazioni. Che ora il padrone della baracca si chiami Yuri Kovalchuk e non più Alisher Usmanov per gli utenti cambia poco anche se il nuovo proprietario non è proprio estraneo alla politica essendo molto, molto vicino al Cremlino.

LEGGI ANCHE: Chi è Oleg Deripaska, il re dell’alluminio amico di Putin

Kovalchuk, Putin e la corrente dei pietroburghesi

Yuri Kovalchuk è da sempre uno degli uomini del cerchio magico di Vladimir Putin. I due si conoscono dai tempi di San Pietroburgo e sono quasi coetanei, il primo nato nel 1951, un anno prima del presidente. L’amicizia risale all’inizio degli Anni 90, quando l’ex agente del Kgb di ritorno dalla Germania iniziò a lavorare per l’allora sindaco Anatoly Sobchak, con il quale era finito appunto anche Kovalchuk, laureato in fisica e figlio di uno storico di origine ucraina, alla ricerca di nuove sfide sul terreno del turbocapitalismo. Nel 1996 Putin e Kovalchuk fondarono insieme con sei amici la cooperativa Osero, sul lago Komsomolskoye a nord della vecchia Leningrado. Gli altri erano Vladimir Smirnov, Vladimir Yakunin, Nicolai Shamalov, Victor Myachin e i due fratelli Andrei e Sergei Fursenko, tutti diventati a vario titolo pezzi grossi nella Russia putiniana. È questo insomma il nucleo originario della corrente dei pietroburghesi, civili, che negli ultimi 20 anni ha preso in mano le leve politiche ed economiche del Paese.

Il tesoriere del Cremlino e il ruolo nella Bank Rossiya

Kovalchuk è considerato un po’ il tesoriere di Putin, per il suo ruolo come azionista di maggioranza in Bank Rossiya, istituto creato all’inizio degli Anni 90 a Pietroburgo, legato prima al Partito comunista, frequentato poi dalla criminalità organizzata, passato anche dalle sanzioni occidentali dopo la crisi con l’Ucraina e l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014. Il 3 per cento delle quote di Bank Rossya, almeno secondo un dossier pubblicato lo scorso ottobre dal sito investigativo Istories sulla base dei Panama Papers, sarebbe detenuto ora da Svetlana Krivonogikh, la cui figlia Elisaveta, nata nel 2003, sarebbe la figlia segreta di Putin. Uno scenario che però ha un po’ troppi condizionali e nessuna prova concreta. La verità quindi resta difficile da decifrare. Ma Kovalchulk ha anche una grossa partecipazione nella compagnia assicurativa Sogaz, fondata da Gazprom, che ha acquisito da Usmanov il 45 per cento delle azioni di Mf Technologies, la holding a cui fa capo il Gruppo Vk.

chi è il nuovo capo di VKontakte e amico di Putin Yuri Kovalchuk
Il presidente russo Vladimir Putin (Getty Images).

La strategia di Putin per le Presidenziali 2024

Che Kovalchuk abbia acquistato V-Kontakte, per una somma ignota, è comunque un dato di fatto. Anche se rimane da vedere cosa davvero vorrà farci. Può essere solo uno dei tanti, innocui, scambi tra oligarchi che sono all’ordine del giorno in tutti i settori, oppure il segnale che il maggiore social russo deve essere tenuto sott’occhio con maggiore severità e il Cremlino vuole metterci lo zampino. La strategia in vista delle Presidenziali del 2024, anche se Putin non ha ancora deciso se ricandidarsi o meno, pare essere in ogni caso quella di maggiore controllo sulla Rete e di repressione delle voci dissidenti.

 

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