Pochi giorni fa ha fatto notizia il licenziamento di 900 dipendenti della società di mutui online Better.com: il benservito al 9 per cento della forza lavoro dell’azienda era arrivato con una fredda chiamata di gruppo da remoto, con protagonista (in negativo) il ceo Vishal Garg. Ebbene, pensare che certe cose possano accadere solo negli Stati Uniti è sbagliato: seppur su scala minore, succedono purtroppo anche in Italia, come testimonia la storia di Alessandra Cielidoni, licenziata dalla Yazaki con una chiamata su Teams.
Yazaki: «Tutta l’attività verrà trasferita in Portogallo»
Prima di tutto un paio di precisazioni. Yazaki Corporation è un’azienda giapponese che produce e commercializza cablaggi e sistemi di distribuzione elettrica per autoveicoli (principale cliente è il Gruppo Stellantis). La sede dove lavorava Alessandra Cielidoni è quella di Grugliasco e lei non è la sola dipendente ad aver ricevuto l’infausta notizia: la stessa sorte è toccata ad altri due dipendenti, che come lei lavoravano in smart working come amministrativi. È stata lei stessa a raccontare al Corriere della Sera quanto accaduto. Mentre si trovava a casa, in orario di lavoro, è stata raggiunta da una telefonata (e non videochiamata) su Teams. «Per scelta aziendale il vostro ente viene chiuso con effetto immediato pertanto tutta l’attività verrà trasferita in Portogallo, siete esonerati dal prestare preavviso e non vi è richiesto di lavorare oggi, riceverà la raccomandata di fine lavoro. Questo si è sentita dire Cielidoni, che poi ha spiegato: «Nel giro di un’ora mi hanno disattivato la rete aziendale, l’accesso al pc e alla posta. Ormai lavorando da casa possono fare di tutto. Il mio collega ha avuto la prontezza di chiedere se ci fosse la possibilità di essere ricollocato. Gli hanno risposto di no».
Yazaki, le parole del ministro del Lavoro
Delegata della Fisascat Cisl, separata con due figli, Alessandra Cielidoni ha appreso così di aver appena perso il lavoro, dopo 18 anni trascorsi nella sede di Grugliasco della Yazaki: «È stato uno choc. I miei figli sono tornati a casa e mi han vista piangere, sono grandi. Non posso raccontare storie. Sono rimasti scioccati. Hanno anche un papà che si farà carico di loro, ma è uno scenario che non voglio contemplare». L’amarezza è tanta, per il licenziamento, ma anche per come è avvenuto: «Ci hanno trattato come se fossimo trasparenti. Capisco che le multinazionali licenzino, ma almeno un incontro, la possibilità di darmi del tempo per cercare un’altra occupazione…». Sulla vicenda è intervenuto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: «Non è giusto che possa cascare un licenziamento come una tegola dal tetto sulla testa di chi passa».