Anche i ristoranti hanno il loro premio Oscar. Dopo una pausa dovuta alla pandemia e alle chiusure che hanno caratterizzato il mondo della ristorazione, si sono tenuti quest’anno i World’s 50 Best Restaurant Awards, evento che assegna annualmente vari premi all’élite culinaria mondiale. Nato nel 2002, il prestigioso riconoscimento in passato è stato vinto anche dall’Osteria Francescana diMassimo Bottura: primo premio nel 2016 e nel 2018, secondo nel 2015 e terzo nel 2013 e 2014. Quest’anno l’Italia è presente nella classifica con tre ristoranti: Piazza Duomo al 18esimo posto, Le Calandre al 26esimo e Reale al 29esimo posto. Ai primi due posti si sono classificati i danesi Geranium e Noma di Copenaghen.
World’s 50 Best Restaurant Awards: gli italiani in classifica
Dal 29esimo posto del 2019 al 18esimo posto di quest’anno. È il risultato di Piazza Duomo, ristorante di Alba dello chef Enrico Crippa in provincia di Cuneo. Primo degli italiani in classifica.
Otto posizioni più giù si è invece piazzato Le Calandre, ristorante di Rubano in provincia di Padova, che ha guadagnato cinque posti rispetto alla classifica del 2019 e gestito dallo chef Massimiliano Alajmo, 28 anni, il più giovane al mondo ottenere tre stelle Michelin. Ventinovesimo in classifica è Reale, ristorante di Castel di Sangro, in Abruzzo. Tre stelle Michelin e numerosi riconoscimenti per gli chef Niko e Cristina Romito.
I 10 migliori ristoranti del mondo dei World’s 50 Best Restaurant Awards
1. Noma (Copenaghen, Danimarca)
Noma e il suo fondatore, René Redzepi, sono noti per aver creato la New Nordic Cuisine e aver ispirato un’intera generazione di chef in tutto il mondo. Qui è possibile assaggiare tre diversi menù in base al periodo dell’anno: da gennaio a giugno spazio al mare, in estate verdura e in inverno selvaggina di bosco.
2. Geranium (Copenaghen, Danimarca)
Doppietta per Copenaghen. La capitale danese si aggiudica anche il secondo gradino del podio con il ristorante Geranium. Qui lo chef Rasmus Kofoed, medaglia d’oro al Bocuse d’Or del 2011, serve un menu stagionale espressione dell’amore per il mare.
3. Asador Extebarri (Axpe, Spagna)
L’Asador Etxebarri di Axpe, nei Paesi Baschi, si aggiudica la medaglia di bronzo. Qui tutti i piatti, persino il dessert, sono grigliati grazie al sapiente e meticoloso lavoro dello chef Victor Arguinzoniz che, grazie al voto dei suoi colleghi, si è aggiudicato anche lo Chefs’ Choice Award. Da provare il chorizo fatto in casa, le acciughe sotto sale, i gamberi freschissimi di Palamos e i dolci come il gelato al latte affumicato e ridotto con i lamponi.
5. Central (Lima, Perù)
Al quarto posto si è piazzato Central, ristorante di Lima insignito anche del premio di miglior cucina del Sud America. Qui gli chef Virgilio Martínez e Pía León (premiata anche come miglior chef femminile) esaltano il Perù in tutte le sue forme, con piatti che abbracciano la tradizione con alcune punte di innovazione, sempre tenendo d’occhio la biodiversità. Il menu degustazione propone quanto di meglio possono offrire terra e mare, da capesante, calamari e vongole fresche dell’Amazzonia a pancetta di maiale e collo di capra.
6. Disfrutar (Barcellona, Spagna)
Quinta posizione per Disfrutar di Barcellona, una delle esperienze gastronomiche più sorprendenti della Spagna. Nel ristorante del quartiere Eixample è possibile assaggiare la cucina degli chef Oriol Castro, Mateu Casañas e Eduard Xatruch, tra cui il panchino, soffice panino ripieno di caviale e panna acida, o il pesto multisferico con teneri pistacchi e anguilla.
7. Frantzén (Stoccolma, Svezia)
Come sottolinea il sito dei World’s 50 Best Restaurant Awards, Frantzén è stato uno dei primi ristoranti a creare un ambiente davvero immersivo. Björn Frantzén, ex cuoco dell’esercito svedese, nella sua Stoccolma propone un menù ibrido di cucina nordica e tecniche ispirate alla tradizione internazionale. Da provare la quaglia alla brace con pistelli, maitake e senape giapponese.
8. Maido (Lima, Perù)
Lo chef Mitsuharu Tsumura del Maido, ristorante di Lima, esprime al meglio la fusione fra le cucine latina e nipponica. Imprescindibili la guancia di manzo, servita con tsukemono e una nuvola di mais jora e il gelato lucuma, con salsa di soia e schiuma di macambo.
9. Odette (Singapore)
All’ottavo posto si è classificato Odette, ristorante di Singapore insignito del premio come Miglior ristorante d’Asia. Qui lo chef di origine francese Julien Royer, tre stelle Michelin, propone piatti innovativi. Da provare il piccione al pepe kampot con coscia confit e il parfait di fegato e aglio nero.
9. Pujol (Città del Messico)
Il miglior ristorante del Nord e Centro America quest’anno si trova a Città del Messico. Pujol è nato nel 2000 grazie al sapiente lavoro dello chef Enrique Olvera, votato da sempre all’esaltazione della tradizione in cucina. Lo chef consiglia tostada con kimchi e un taco Kampachi servito con avocado e alghe.
10. The Chairman (Hong Kong)
Decimo posto in graduatoria e Highest Climber Award per aver scalato in due anni più di 30 posizioni per The Chairman, ristorante di Hong Kong. Il posto perfetto per assaggiare il meglio della cucina cantonese, grazie allo chef Kwok Keung Tung. Consigliati il granchio al vapore preparato con vino ShaoXing invecchiato, olio di pollo profumato e succulenti spaghetti di riso piatto.