Workcation, cos’è la tendenza che mescola lavoro e vacanza

Camilla Curcio
10/03/2022

Si chiama workation e si è sviluppata durante la pandemia. È la tendenza che vede i professionisti svolgere i propri doveri in luoghi esotici dove è più facile combinare gli impegni e il relax. Pro e contro della moda potrebbe sopravvivere anche dopo l'emergenza.

Workcation, cos’è la tendenza che mescola lavoro e vacanza

Prima il dovere, poi il piacere. Eppure, con la pandemia, è successo che le due dimensioni abbiano finito per fondersi, dando vita al fenomeno della workcation, un trend che abbina la vacanza al lavoro, spostando uffici e aziende su spiagge assolate, tra monti e paesaggi innevati o nel comfort di un hotel in una città lontana dalla propria. 

In cosa consiste la ‘workcation’ 

«Dopo aver lavorato chiusa in casa per oltre un anno, avevo bisogno di cambiare aria», ha raccontato alla CNN l’imprenditrice e content creator indiana Vedika Bhaia. E così, la scorsa estate, ha deciso di partire da Calcutta con un’amica per un viaggio attraverso la Parvati Valley. Due settimane di trekking con lo zaino in spalla, passando da un ostello all’altro, esplorando gli angoli più nascosti della zona e facendo parapendio. Senza dimenticare, però, di lavorare. Ormai abituata a operare da remoto grazie al lockdown, è riuscita a trovare il metodo perfetto per creare un equilibrio tra gli impegni professionali e il tempo libero, portando a casa vantaggi importanti anche in termini di benessere psicofisico: «Ero certa che viaggiare mi avrebbe aiutato a superare il blocco creativo che mi tormentava da mesi e avrebbe fatto miracoli per la mia salute mentale», ha spiegato.

In cosa consiste la 'workcation', il perfetto mix tra lavoro e vacanza
Diapositiva di una perfetta ‘workcation’ (Twitter)

Bhaia non è l’unica a essere salita sul carro. La tendenza, infatti, si è diffusa rapidamente più o meno ovunque. Sempre più persone, infatti, decidono di prenotare uno chalet in montagna o un appartamento su Airbnb e, dividendo equamente la giornata, riescono a trovare il tempo per lavorare e per rilassarsi. E, agli inizi dell’emergenza Covid, sono stati parecchi i professionisti che, quando ancora le restrizioni consentivano gli spostamenti, hanno deciso di trascorrere la clausura forzata in un ambiente diverso da casa propria. 

Workation, perché il fenomeno non sparirà dopo la pandemia

Ora, nonostante i contagi stiano scendendo globalmente, la moda delle ‘workcation’ non accenna a sparire. Grazie anche ai datori di lavoro che consentono ai dipendenti di continuare ad adottare lo smart working. I sondaggi parlano chiaro: nel 2021, su un campione di 3 mila lavoratori indiani, l’85 per cento ha dichiarato di aver adottato la formula della vacanza-lavoro, un quarto di Canadesi ha espresso l’intenzione di provare e, in uno studio internazionale effettuato su otto paesi e oltre 5 mila candidati, il 65 per cento degli intervistati ha dichiarato di voler trasformare una trasferta in un viaggio di piacere e viceversa nel 2022. Uno scenario che, in sostanza, nega l’idea che le ‘workcation’ possano essere contraddittorie: per alcuni, infatti, non consentirebbero di definire i limiti tra due sfere che, di norma, andrebbero tenute separate. Altri sostengono che il restyling che le nostre vite hanno avuto con l’avvento del virus ci abbia resi in grado di sviluppare una capacità di adattamento che ci permette di mantenere il punto tra relax e dovere. Probabilmente il motivo per cui il fenomeno sembra avere ancora lunga vita.

I vantaggi della workation: meno stress e più tempo per il relax

Prima della pandemia, numerosi colletti bianchi si erano convertiti al ‘bleisure’, la possibilità di aggiungere giorni a un viaggio di lavoro programmato per un meeting o una conferenza in un posto lontano dall’ufficio. «L’ho sempre trovato una soluzione geniale», ha sottolineato la professoressa Martha Maznevski. «Consente alla gente di fare esperienze che, normalmente, non avrebbe modo di fare». Proprio come è successo a lei che, da anni, estende (quando può) le trasferte, accostando agli appuntamenti attività come classi di cucina e corsi di lingua. E se prima tutto questo sembrava l’eccezione, oggi staccarsi dalla scrivania e portare agenda e computer altrove non è più visto come un lusso. «Prima del Covid, non avrei mai pensato di potermi concedere una ‘workcation’», ha dichiarato l’avvocato Andy Drane, «i colleghi, i clienti si aspettavano che io vivessi la giornata nel mio ufficio o nel loro. Ora che il business ha realizzato di poter essere flessibile, mi accorgo di poter garantire performance di gran lunga migliori perché mi sento carico e rinvigorito». Tra i vantaggi, infatti, spicca sicuramente un incremento evidente della produttività e della creatività, grazie anche al diradarsi dello stress emotivo e della fatica mentale provocata da ritmi insostenibili.

Non si tratta di un sostituto della vacanza di piacere

L’exploit delle workcation, secondo gli esperti, starebbe tutto nel concetto di integrazione lavoro-vita, in cui il professionista riesce a conciliare due situazioni apparentemente agli antipodi. Ovviamente, l’affinità con questo metodo non è obbligatoria né automatica per tutti perché dipende molto dalla personalità, dal carattere e dal proprio modus operandi. D’altro canto, le vacanze-lavoro non dovrebbero sostituire totalmente i viaggi fatti solo e unicamente per divertimento. Insomma, non si tratta di alternative alle ferie, ma solo di soluzioni utili a evitare il burnout e mantenere qualitativamente alto il livello delle proprie prestazioni sul campo. «In passato, i lavoratori erano obbligati ad attendere la pensione per visitare i posti che sognavano di vedere o dedicarsi ad attività che stuzzicavano il loro interesse», ha concluso Drane, «adesso, grazie a questo trend, non bisogna più aspettare così tanto tempo e ho tutta l’intenzione di approfittarne».

In cosa consiste la 'workcation', il perfetto mix tra lavoro e vacanza
Esempio di ‘workcation’ (Twitter)