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Il bianco che non invecchia

Al torneo di Wimbledon non sono ammessi altri colori o look esuberanti. Dalle scarpe di Roger Federer e Serena Williams allo smoking di Maria Sharapova, la lista nera dei tennisti che hanno violato il regolamento e sono stati costretti a cambiarsi.

28 Giugno 2021 13:3328 Giugno 2021 14:49 Redazione
Il regolamento del torneo di Wimbledon impone agli atleti di giocare vestiti di bianco. Chi sono gli atleti che lo hanno violato

Eleganza. Se c’è una parola che riassume la tradizione di Wimbledon è proprio questa. La si ritrova nell’erbetta del terreno, tagliata maniacalmente ogni giorno per non superare gli 8 millimetri di altezza, così come nell’abbigliamento dei giocatori in campo. Il dress code del torneo che impone il bianco per gli atleti, d’altronde, è sancito in un severo regolamento, non sempre, a dire il vero, rispettato dai tennisti.

Perché a Wimbledon i tennisti si vestono di bianco

Vi siete mai chiesti come mai il dress code dei giocatori all’All England Club preveda sempre e soltanto il bianco? La regola risale agli albori del torneo tennistico, il più antico al mondo, nato nel 1877. All’epoca, si riteneva disdicevole vedere il sudore impregnato sui vestiti. Sugli abiti colorati le macchie risaltavano in maniera eccessiva. La norma progressivamente estesa a tutti gli altri tornei, da questi ultimi venne nel tempo abrogata. L’outfit a colori ha preso così il sopravvento ovunque, tranne nei dintorni di Church Road, dove il bianco continua a spadroneggiare.

Federer e Serena William, a Wimbledon con le suole colorate

La regola prevede che l’intero outfit sia totalmente candido o al massimo color crema o panna. Le intrusioni di altre tinte vengono tollerate per la larghezza massima di un centimetro. Anche le scarpe devono essere rigorosamente bianche e il logo del brand non deve risultare troppo vistoso. Ne sa qualcosa il pluricampione svizzero Roger Federer, che qui detiene il record di titoli vinti, otto. L’elvetico nel 2013 infatti si rese protagonista di una violazione al regolamento del torneo, individuata nella suola arancione delle sue scarpe. Nessuna pena pecuniaria, ma solo un’ammonizione verbale. Stessa cosa accadde nel tabellone femminile, con un’altra campionessa come Serena Williams, accusata di aver indossato scarpe dalla suola troppo accesa.

Wimbledon, si gioca solo in bianco tutte le violazioni al dress code
Le scarpe colorate di Serena Williams (Getty)

Wimbledon pretende un look sobrio 

Non solo colori, ma anche decoro. Per calcare l’erba dei campi di Wimbledon bisogna indossare abiti sobri e rispettosi del pubblico e dell’avversario. A tal proposito, la primissima polemica risale a oltre 70 anni fa. Nel 1949, infatti, l’americana Gertrude Moran fece scalpore perché indossava biancheria intima di pizzo e una gonna eccessivamente corta. La statunitense infatti, offesa per non aver potuto adottare un completo colorato, decise di protestare con un outfit esagerato che le fece guadagnare il nome di Gorgeous Gussie. I fotografi fecero a gara per accaparrarsi i posti migliori, quelli che consentivano di immortalare dal basso l’americana, mentre i giornali gridarono allo scandalo.

19June/1949: Gertrude Augusta “Gorgeous Gussy” Moran causes a sensation at Wimbledon with her lace-trimmed underwear pic.twitter.com/fUYFPOFoBu

— Hermine (@PetloverHermine) June 20, 2015

Venus Williams costretta a cambiare reggiseno

Sempre la biancheria intima è protagonista di un’altra violazione. Nel 2017 infatti Venus Williams, sorella maggiore di Serena, che qui ha trionfato cinque volte, fu costretta a cambiare reggiseno poiché a un certo punto, durante un match contro Elise Mertens, se ne intravidero le spalline rosa. Immediata la richiesta di cambio d’abito, arrivata durante una sospensione per pioggia durante il secondo set.

Tatiana Golovin, in intimo rosso

Ha vissuto una situazione simile Tatiana Golovin, ex giocatrice francese di origine russa. Nel 2007 si parlò di lei perché indossava shorts rosso fuoco sotto l’abito bianco. Va detto però che in quel caso la giocatrice fu autorizzata a scegliere un colore a piacimento, in quanto la biancheria intima in quell’anno era ancora esentata dal sottostare al rigido regolamento.

Nel drappello degli indisciplinati è finita anche Maria Sharapova, ex giocatrice russa e numero uno al mondo. Nel 2008 sembrò infatti prendere in giro il codice di abbigliamento con un paio di shorts abbinati a un top che riproduceva uno smoking, con tanto di bottoni. Parlando con i giornalisti, disse che la scelta era stata ispirata dall’abbigliamento maschile, in nome della classe e dell’eleganza. Non è bastato a convincere gli inflessibili organizzatori, che le chiesero subito di cambiarsi.

Maria Sharapova, con un top che riproduce lo smoking (Getty Images)
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