Non ci saranno i russi e i bielorussi, ma Wimbledon si prepara ad accogliere il suo campione in carica. Novak Djokovic sarà in Inghilterra perché l’All England Club ha deciso che non serviranno vaccinazioni anti Covid per sbarcare sui campi più famosi del tennis mondiale. Il serbo potrà difendere il titolo e il rischio di un nuovo caso in stile Australian Open è stato scongiurato. La decisione è arrivata ufficialmente, proprio pochi giorno dopo le parole del numero uno al mondo contro gli organizzatori. In questo caso, però, non c’entra niente il Covid, ma la decisione di lasciar fuori dalla manifestazione gli atleti provenienti da Russia e Bielorussia.

Wimbledon dice sì a Djokovic
Quello che si profila in queste settimane è uno scenario completamente diverso rispetto a quattro mesi fa. A inizio gennaio Novak Djokovic ha vissuto il caso Australian Open, con quel visto revocato e lo stato di fermo appena sbarcato sull’isola e lo stop alla partecipazione allo Slam. Adesso, invece, il Regno Unito e gli organizzatori di Wimbledon hanno dato il proprio lasciapassare: non serviranno vaccinazioni per partecipare al torneo e qui sì che il serbo potrà difendere il titolo. Una scelta che riflette un momento storico diverso, con le riaperture ormai ovunque in Europa e una scelta che ricalca quella già presa anche in Italia. Già da febbraio, infatti, gli organizzatori degli Internazionali d’Italia avevano dato il via libera alla presenza di Djokovic.

Djokovic contro Wimbledon
Nemmeno una settimana fa, è arrivata l’ufficialità dell’esclusione di russi e bielorussi da Wimbledon. Una scelta che ha fatto storcere il naso tanti in tutto il mondo e Djokovic non è stato da meno. Il serbo ha voluto manifestare la propria solidarietà agli esclusi, definendo quella degli organizzatori «una scelta folle». Per il numero uno del ranking ATP, infatti, «la politica non deve interferire con lo sport». Un messaggio che sembrava avere una duplice valenza, tanto di sostegno ai colleghi quanto di critica al sistema stesso.