Cinquantasei ore a bordo di un kayak, tra le acque gelide del mare del Nord. La fuga dai Paesi Bassi occupati dai nazisti dei fratelli Peteri meriterebbe un film. O meglio, un monumento, come quello che è stato eretto in loro onore a Sizewell, nel Regno Unito, dove il loro viaggio si concluse. Era cominciato il 21 settembre 1941, quando il 22enne Henri, studente universitario appassionato di canottaggio, decise di trasformare in atti concreti i suoi propositi di evasione. In compagnia di Willem, impiegherà oltre due giorni di navigazione prima di approdare tra le sponde più sicure del Regno Unito.

L’idea di sfuggire all’occupazione tedesca via mare e rifugiarsi in terra britannica ronzava da tempo nella testa di Henri. Più precisamente da quando aveva letto le storie di diversi connazionali che avevano tentato di scappare dal Paese su un peschereccio. Convinto di poter arrivare alla meta senza correre il rischio di perdere la vita lungo il tragitto, pensò di coinvolgere anche il fratello e acquistare un kayak pieghevole. Che li avrebbe condotti a destinazione, facendoli entrare di diritto nel gruppo degli Engelandvaarder. Così vengono definite le oltre 2000 persone che tentarono l’impresa di raggiungere il Regno Unito dall’Olanda durante la Seconda Guerra Mondiale. Non a tutti andò bene e di questi ne sopravvisse circa uno su dieci, mentre la maggior parte finì dispersa in mare.
Il giorno della partenza e gli imprevisti
«Una mattina, mio padre ha guardato fuori dalla finestra e ha deciso che quella sarebbe stata la giornata perfetta per partire», ha raccontato il figlio Niels alla Bbc, «Non voleva che le notti si accorciassero ulteriormente e ha pensato che quella fosse davvero l’ultima chance». Tuttavia, il piano incontrò subito un intoppo non indifferente. «Una volta messo insieme il kayak, hanno realizzato di averne lasciato fuori una parte», ha aggiunto, «Così lo hanno dovuto rimontare. Terminata l’opera, con il vento che soffiava da est e il mare calmo, partirono». Una volta salpati, però, dopo qualche chilometro, si capovolsero, perdendo una delle due bussole. Un incidente importante, che non mise fine alla loro avventura. Cinquantasei ore dopo, una boa in mezzo al mare con la scritta Sizewell, nome di un piccolo villaggio del Suffolk, svelò ai due fratelli che l’impresa era stata portata a compimento. Del gruppo di partenza, composto da 32 persone, solo altri sei arrivarono a destinazione. Henri, tra questi, sarebbe stato l’ultimo a morire, nel 2007.

Dopo la fuga le strade dei fratelli Peteri si separeranno
Trattenuti nel carcere di Leiston per una notte, da quel momento in poi le strade dei fratelli prenderanno rotte diverse. Henri fu, infatti, rilasciato e ricevuto dalla Regina d’Olanda Wilhelmina che, durante la guerra, soggiornava a Londra e si occupava di gestire il governo dall’esilio. Per il resto del conflitto, fu ufficiale della marina olandese sul HMS Jacob van Heemskerck. «Ebbe parecchia fortuna», ha spiegato il figlio. «Furono attaccati poco prima della Battaglia di Java e, per un problema al motore, non ebbero modo di parteciparvi. In quel conflitto, la flotta olandese fu letteralmente distrutta dai Giapponesi». Per il suo servizio in guerra, ricevette addirittura due medaglie. Opposto il destino di Willem. In attesa di essere assoldato nella marina olandese, passò una notte su una motocannoniera inglese che fu affondata dalla Germania. «Il 3 ottobre 1942, mio padre ricevette un telegramma in cui veniva spiegato l’accaduto. Pensò così di aver perso un fratello». In realtà, Willem riuscì a salvarsi. Ma venne trascinato a riva dai tedeschi e, una volta trasportato a Berlino, trasferito in una cella per tre settimane. Da qui venne spostato in un campo di concentramento vicino Lubecca, dove rimase fino al termine del conflitto.
Da soldato a inventore, la seconda vita di Henri
Una volta rimpatriato, Henri iniziò a lavorare per Unilever e, successivamente, si dedicò a tempo pieno alla carriera di inventore. Che, nel 1992, lo portò a ideare il celebre Quooker, un rubinetto in grado di far bollire immediatamente l’acqua che divenne un must in molte cucine. Oggi, dopo ottanta lunghi anni Sizewell ricorda ancora l’epica impresa della coppia grazie a un monumento fatto di tre remi. Due per ricordare i Peteri, il terzo per non dimenticare le vittime. Ma non è tutto. Turisti e curiosi possono osservare da vicino anche il kayak, esposto nell’azienda fondata da Henri e Niels qualche tempo dopo. «L’obiettivo principale è tenere viva la memoria di chi è stato talmente coraggioso da buttarsi in un’operazione eroica, indipendentemente dall’esito».