Un Whatsapp fai da te per abbattere le distanze e sentire più vicino un familiare che di tecnologia proprio non vuole saperne. È stato questo il regalo che l’ingegnere spagnolo Guido García ha deciso di fare alla nonna Ludi, partendo da una cassetta di frutta vuota e una selezione di componenti elettroniche di base. Un dispositivo geniale che, senza aver bisogno né di uno smartphone né del wifi, le consente di mantenere i contatti coi parenti.
Lo strumento ideale per comunicare con una nonna nemica della tecnologia
Disperato perché la pandemia lo aveva tenuto lontano dalla nonna per due anni e, soprattutto, per le poche opportunità a disposizione per sentirla e chiacchierare con lei vista la sua allergia a qualsiasi dispositivo tecnologico, il 43enne di Valladolid ha messo in piedi un marchingegno tanto insolito quanto utile. Si tratta di un kit che, riposto in un vecchio contenitore di fragole, mira a replicare grosso modo il meccanismo di ricezione dei contenuti delle app di messaggistica attraverso una serie di strumenti coordinati: una piccola stampante, un Raspberry Pi, mini computer delle dimensioni di una carta di credito, e una scheda utile a stabilire la connessione a internet. Per farlo funzionare, la signora Ludi non deve fare altro che attaccarlo alla corrente e attendere che le foto e i messaggi di figli e nipoti vengano impressi su carta termica.
Come funziona il dispositivo creato dall’ingegnere García
Il materiale, ovviamente, non viene recuperato per magia ma viene inviato tramite un processo studiato nei minimi dettagli e spiegato da García, qualche mese fa, su Twitter. Un vademecum che, in pochi giorni, ha riscosso un successo sorprendente, tra 2mila retweet, oltre 280 risposte e più di 9mila mi piace. Nello specifico, nella sequenza di tweet che ha pubblicato, l’ingegnere ha mostrato come, partendo dall’idea che la 93enne non muovesse neppure un dito, ha pensato di programmare un bot su Telegram, il grandma_bot. Utilizzandolo come se fosse un normale contatto della rubrica, gli invia tramite chat le conversazioni e le immagini da recapitare alla destinataria, corredandole del comando utile per avviare la sincronizzazione con la macchina e stamparle in bianco e nero. «Sembra piccolo ma il Raspberry Pi è molto più potente di quel che sembra», ha raccontato in un’intervista a El País, «Vanta mezzo giga di RAM ed è parecchio utilizzato per operazioni del genere e nel campo della domotica, in quanto consuma poco, non si surriscalda e non fa rumore». L’elemento chiave del meccanismo rimane, sicuramente, la Sim. È quella che, in assenza di telefono, modem e hotspot, stabilisce la connessione con il bot e consente il traffico dei contenuti.
Estas Navidades hice un cacharro para enviar fotos a mi abuela que no tiene móvil ni internet. Los requisitos eran dedicar poco tiempo (~20h) + que pudiese enchufarlo y listo + sin mantenimiento.
— Guido (@palmerabollo) January 10, 2022
Uno strumento a prova di portafoglio
Completare la creazione gli ha richiesto oltre 40 ore di lavoro. «Fortunatamente rintracciare tutto il necessario non è stato complicato e non mi ha svuotato neppure troppo il portafoglio», ha sottolineato. «Ho speso circa 180 euro, non mi ero fissato un budget da rispettare ma, volendo, si potrebbe risparmiare ancora di più». La ricerca è stata curata nel dettaglio: Guido si è rivolto a negozi specializzati e ha passato in rassegna tutti i siti web del settore per accaparrarsi chip e pezzi di ottima qualità: «Devo ammettere che negli store non ho riscontrato tutta la disponibilità che mi sarei aspettato e molti propongono i prodotti a prezzi leggermente alti. In generale, però, non bisogna impazzire per procurarsi tutto quel che serve per replicare il mio device».
Tutto è iniziato con Yayagram
García, però, non è l’inventore della variante analogica di Whatsapp. Prima di lui, infatti, il collega Manuel Lucio ha lanciato il suo Yayagram, un sistema simile che, imitando i vecchi centralini, ha permesso alla nonna di 96 anni di messaggiare coi parenti senza troppe difficoltà. «So bene di non essere stato un pioniere», ha aggiunto, «Conosco bene Yayagram ma il mio progetto, rispetto a quello, è di gran lunga meno elaborato e complesso. È una macchina decisamente più passiva». Gli utenti su Internet che si sono trovati in bacheca il tutorial di García hanno commentato l’invenzione con entusiasmo e, addirittura, gli hanno chiesto se fosse possibile commissionargliene una simile. «Il feedback che ho avuto è stato davvero positivo. Per il momento nessuno si è messo in contatto con me per farmi valutare l’esito del suo lavoro ma posso assicurare a tutti che chiunque abbia una minima infarinatura di informatica e programmazione può portare a casa ottimi risultati».