A novembre del 2022, grazie a un patrimonio stimato da Forbes in 107,6 miliardi di dollari, si è classificato come il quinto uomo più ricco al mondo. Il suo impero economico, in base alle stime, vale circa 500 miliardi di dollari, mentre la holding da lui fondata, Berkshire Hathaway, ossia lo strumento utilizzato per investire in tutto il mondo, vanta un fatturato di circa 300 miliardi, nonché un utile che sfiora i 90 miliardi. Warren Buffett non è lo Zio Paperone numero uno del Pianeta ma, grazie alla complessa ragnatela che ha saputo tessere nel corso degli anni, è senza ombra di dubbio uno dei profili più influenti sulla scena globale.
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Quote in Apple, Bank of America, American Express, Goldman Sachs
I tentacoli finanziari di Buffett, 92 anni, sono ovunque. Berkshire Hathaway possiede marchi noti che vanno da Dairy Queen a Duracell. Allo stesso tempo, detiene investimenti significativi in società come Apple (azioni per un totale di 28 miliardi di dollari), Bank of America (20), American Express (15), Goldman Sachs (poco meno di 3). E non è finita qui, perché nel portafoglio della holding troviamo anche decine di concessionarie auto sul territorio statunitense, il secondo broker immobiliare più grande degli Stati Uniti, HomeServices of America, e persino 32 quotidiani (fino al 2014 controllava il 28 per cento del Washington Post). L’Oracolo di Omaha, come viene soprannominato Buffett, ha sempre scelto di investire in società che mostrano solidi utili e un robusto potenziale di crescita a lungo termine. Da qualche anno ha messo gli occhi sull’Asia, o meglio, sulle aziende più interessanti del continente. Che si tratti di grandi conglomerati giapponesi, start up cinesi o aziende strategiche taiwanesi, sui principali tavoli asiatici i soldi dell’imprenditore statunitense non mancano mai all’appello. Assieme alla sua influenza politica, che potrebbe contribuire a ridefinire il rapporto tra i due grandi rivali del XXI secolo: Stati Uniti e Cina.

La guerra commerciale Usa-Cina considerata un male per tutti
Una guerra commerciale tra Usa e Pechino? «Un male per il mondo intero», affermava Buffett nel 2019, dopo che l’allora inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, avvertiva di voler aumentare le tariffe su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi dal 10 al 25 per cento. Le ragioni economiche spingono il ricco imprenditore a predicare la strada della distensione sino-americana. Resta da capire, in ogni caso, cosa avrà intenzione di fare Joe Biden, al momento più impegnato a risolvere il rebus della guerra in Ucraina che non quello cinese. Ricordiamo che Berkshire possiede o investe in molte società operanti in Cina, tra cui il produttore cinese di auto elettriche Byd.
Continue riduzioni della partecipazione in Byd
A proposito di Byd, è interessante notare come Berkshire Hathaway stia gradualmente continuando a tagliare la sua partecipazione nell’azienda. Il 3 gennaio 2023 ha venduto 1,06 milioni di azioni per 26 milioni di dollari, riducendo la partecipazione dal 14,06 al 13,97 per cento. Si è trattato del settimo taglio, per un totale complessivo di quasi un terzo dei 225 milioni di dollari di azioni totali. A novembre, Buffet ha comprato una partecipazione di 4,8 miliardi di dollari nel produttore taiwanese di semiconduttori Tsmc. Nello specifico, Berkshire ha acquistato 60 milioni di azioni della società di Taiwan quotate negli Stati Uniti, secondo i documenti depositati presso la Securities and Exchange Commission degli Usa.

Lo yen in caduta libera ha ingolosito l’Oracolo di Omaha
Nello stesso mese, lo yen in caduta libera ha ingolosito l’Oracolo di Omaha. Risultato: la holding di Buffett ha acquisito ulteriori quote nelle prime cinque società commerciali del Giappone. Nello specifico, Berkshire ha aumentato la sua partecipazione in Mitsubishi Corp dal 5,04 al 6,59 per cento, in Mitsui & Co dal 5,03 al 6,62 per cento, in Itochu Corp dal 5,02 al 6,21 per cento, in Marubeni Corp dal 5,06 al 6,75 per cento e in Sumitomo Corp dal 5,04 al 6,57 per cento. «Sono lieto che Berkshire Hathaway partecipi al futuro del Giappone e delle cinque società che abbiamo scelto per gli investimenti», dichiarava un soddisfatto Buffett nel 2020, annunciando di aver inglobato oltre il 5 per cento di quote in ciascuna delle suddette società commerciali giapponesi, con l’intenzione di salire fino al 9,9 per cento a seconda delle condizioni di mercato. Queste società, note anche come sogo shosha, nel corso del 2022 hanno goduto di maggiori profitti a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e del calo dello yen che ha favorito le esportazioni.
Messaggi in codice: Xi sta per stringere le maglie del mercato
Seguendo i soldi di Buffett è possibile giungere ad alcune conclusioni. Innanzitutto, Berkshire Hathaway, che storicamente si è concentrata sulle aziende statunitensi, conferma l’impressione di essere a caccia di affari in Asia, una regione dinamica e particolarmente attraente. Non è un caso che gli investimenti nelle case commerciali giapponesi seguano l’investimento miliardario nel produttore di chip Tsmc. Allo stesso tempo il grande interrogativo resta la Cina. E non solo per il braccio di ferro in corso tra Pechino e Washington, ma anche per la possibile decisione del presidente cinese Xi Jinping di stringere le maglie del mercato nei settori più strategici in virtù di una pianificazione dettagliata. È difficile fare previsioni in questo senso, ma è emblematico il fatto che Buffett abbia ridotto la sua partecipazione in Byd. Nonostante abbia detronizzato Tesla come il più venduto di veicoli elettrici dal secondo trimestre del 2022, il titolo dell’azienda cinese alla fine di giugno è crollato del 39 per cento dal picco del 2022, tra blocchi e interruzioni delle fabbriche, prima che Pechino abbandonasse la Zero Covid Policy.

Possibile bolla speculativa in arrivo sul mercato dell’elettrico
Berkshire aveva una posizione iniziale di 225 milioni di azioni in Byd, una quota costruita da zero all’indomani della crisi finanziaria globale del 2008. La società statunitense ha iniziato a vendere le sue azioni dall’agosto 2022 sempre con più insistenza. Due i possibili messaggi indiretti di questa mossa: guai in vista oltre la Muraglia o possibili bolle speculative future nel mercato dell’elettrico. Ma l’aspetto più curioso riguarda la strategia d’insieme che sta perseguendo Warren Buffett. Gli investimenti in Asia contribuiranno a ridurre la dipendenza di Berkshire Hathaway dall’economia statunitense. La holding possiede più di 90 aziende a titolo definitivo e ha investimenti in dozzine di altre, tutte principalmente statunitensi. Molte di queste attività hanno tuttavia subito un duro colpo durante la pandemia di Covid, incluso il produttore di parti di aeromobili Precision Castparts. La società ha tagliato 10 mila dipendenti, circa il 30 per cento della sua forza lavoro globale, e Berkshire ha subito una svalutazione di quasi 10 miliardi di dollari. È anche per evitare contraccolpi simili che Buffett ha iniziato a diversificare ancora di più. Puntando su semiconduttori, grandi aziende e auto elettriche: il cuore dell’Asia.