Stretti tra il vulcano e il Covid

Redazione
02/07/2021

Nelle Filippine il Taal è tornato a eruttare. Circa 14 mila persone potrebbero essere evacuate. Ma occorre evitare che i centri di accoglienza si trasformino in focolai.

Stretti tra il vulcano e il Covid

Con l’eruzione del vulcano Taal, il primo luglio, gli abitanti delle Filippine rischiano di trovarsi tra due fuochi. Migliaia di persone sono state evacuate dai centri a rischio, a sud della capitale Manila, ma ora si pone un altro problema: evitare che i rifugi di emergenza si trasformino in focolai di infezioni da Covid-19.

Sebbene oggi il vulcano sembri essersi calmato, gli esperti mantengono alta la guardia per le emissioni di gas, tra cui anidride solforosa. Il grado di rischio in una scala di 5 è passato a 3: il magma è vicino alla superficie e l’attività potrebbe riprendere nelle prossime settimane. L’Istituto filippino di vulcanologia e sismologia ha chiesto così alla popolazione di rimanere a distanza di sicurezza. Circa 14 mila persone potrebbero essere costrette temporaneamente ad allontanarsi dalle proprie case, trovando riparo all’interno di edifici scolastici, palestre e strutture religiose. Il rischio è però si trasformino subito in focolai di Covid-19. Pertanto si è deciso di ospitare gli sfollati all’interno di tende distanziate fra loro, con l’obbligo di indossare mascherine.

I centri per gli sfollati hanno dimezzato la capienza

«Il vulcano può esplodere in qualsiasi momento», ha detto Iuna sfollata di Laurel all’Associated Press. «Qui però anche una sola persona malata può contagiarci tutti. Sono entrambe scelte pericolose». In ogni area si sono allestite zone di isolamento in caso di contagi, ma potrebbero non bastare. «Le difficoltà sono aumentate. Prima chiedevamo alle persone di precipitarsi nei centri di evacuazione», ha spiegato Junfrance De Villa, che gestisce tali emergenze per la città di Agoncillo. «Ora dobbiamo tenere d’occhio i numeri. Stiamo facendo di tutto per evitare la congestione». Anche perché le aree adibite agli sfollati hanno dimezzato la capienza. Non è la prima volta che il vulcano Taal minaccia la popolazione. Già nel gennaio 2020, un’eruzione aveva portato all’evacuazione di centinaia di migliaia di persone, mentre le ceneri sprigionatesi nell’aria avevano bloccato i voli all’aeroporto di Manila, distante 65 chilometri. Le Filippine infatti, data la loro geolocalizzazione lungo la Cintura di Fuoco del Pacifico, sono da sempre soggette a fenomeni vulcanici e sismologi. Il più grave di tutti risale al 1991, quando centinaia di persone persero la vita a seguito dell’eruzione di un vulcano a lungo rimasto dormiente, il Monte Pinatubo.