Un documentario del 2001 prodotto dalla BBC e andato in onda su National Geographic ipotizza tra le cinque cause della fine dell’umanità la frattura e caduta in mare della parete sul ovest del vulcano Cumbre Vieja nell’isola di La Palma, alle Canarie.
La teoria sul rischio tsunami
Il crollo in mare di un pendio di oltre 3.000 metri determinerebbe il riversamento in acqua di 500 chilometri cubici di roccia. Questi darebbero il via a uno tsunami che dalla tranquilla isola atlantica andrebbe a seppellire (oltre a tutte le Canarie) una buona fascia costiera dell’Africa. Arriverebbe poi alla penisola iberica e al Portogallo. In seguito languirebbe la costa ovest dell’Europa fino all’Inghilterra. Con la potenza di un aeroplano si propagherebbe verso gli Stati Uniti dove coprirebbe il suolo calpestato da 100.000 persone.
L’eruzione vulcanica di Cumbre Vieja in corso da domenica alle 15.13 ore locali ha riaperto il dibattito in merito a un reale rischio tsunami alle Canarie.
Cosa dicono gli esperti
Gli scienziati e vulcanologi di Involcan, l’Istituto Vulcanologico delle Isole Canarie, dicono e ripetono che non c’è alcun rischio tsunami al momento. Secondo gli esperti le condizioni per un crollo della montagna in grado di generare la potenza d’urto ipotizzata dallo studio alla base del documentario non ci sono. «Affinché il fianco della Cumbre Vieja soddisfi condizioni prossime all’instabilità» scrive Involcan in una nota «Un terremoto di magnitudo molto elevata dovrebbe verificarsi contemporaneamente a un’eruzione con un alto indice di esplosività. In alternativa l’attuale edificio vulcanico dovrebbe raggiungere nella sua crescita naturale almeno un’altezza di più di mille metri sopra la massima elevazione esistente». Gli specialisti di Involcan hanno sottolineato che dovrebbero passare 50.000 anni perché Cumbre Vieja raggiunga quell’altezza.
Rischio tsunami: un dibattito aperto
Negli ultimi vent’anni la comunità scientifica, però, ha dibattuto a lungo sulle possibili conseguenze di un’eruzione del vulcano Cumbre Vieja, che non vanno sottovalutate.
Due ricercatori dell’Istituto di Geofisica e Fisica Planetaria dell’Università della California e del Benfield Greig Hazard Research Center dell’Università di Londra hanno avvertito nel 2001 del rischio di uno tsunami determinato dal crollo del pendio e l’attuale aumento di fenomeni geologici non fa che fomentare la teoria dello tsunami. Teoria alimentata anche dalle fotografie aeree scattate in questi giorni che catturano il fianco della montagna scendere verso il mare.
Lo studio californiano sottolinea come «Le prove geologiche suggeriscono che in una futura eruzione, il vulcano Cumbre Vieja sull’isola di La Palma potrebbe subire un crollo catastrofico sul suo fianco occidentale, gettando tra 150 e 500 chilometri cubi di roccia in mare».
Onde tra i 10 e i 25 metri
Tale crollo provocherebbe onde alte tra i 10 e i 25 metri, un muro d’acqua che raggiungerebbe, alla velocità di un aereo, la costa orientale del continente americano.
Al momento, ripetono le autorità locali, il pericolo non c’è. E’ però vero che già nel 2018 il New York City Council ha inserito nella sua agenda di rischio dei fenomeni naturali la possibilità di uno tsunami proveniente dalle Isole Canarie.