Voto all’estero, un prof in Brasile: «Mi hanno offerto 8 schede, non sanno cosa farsene»
Il professore racconta che i cittadini di Belo Horizonte sono discendenti di italiani, ricevono le schede elettorali per la legge Tremaglia, ma non hanno alcuna idea in merito a chi votare
Problemi per il voto all’estero. Un professore italiano di Belo Horizonte, in Brasile, ha spiegato a Repubblica che molti suoi concittadini ricevono le schede elettorali per esprimere il proprio voto, secondo la normativa prevista, ma non sanno niente di politica italiana. Ecco quali sono state le sue parole.
Il racconto del professore
Un professore di Belo Horizonte ha raccontato a Repubblica che molti suoi amici, brasiliani di terza o quarta generazione, gli hanno offerto le schede elettorali per il voto all’estero del prossimo governo italiano. Il professore non ha accettato queste schede e ha spiegato anche perché questo succede: «Molti degli ‘italiani’ che vivono qui hanno la cittadinanza, e quindi il diritto al voto, solo grazie alla legge Tremaglia: la norma è basata sullo ius sanguinis, in pratica basta avere una discendenza, anche un bisnonno italiano, per diventare cittadini italiani. Ma quasi tutti questi italodiscendenti in tutta la loro vita non hanno proprio mai messo piede nel paese d’origine dei loro avi, né parlano una parola della nostra lingua».
D’altronde, la città di Belo Horizonte conta circa 2 milioni di abitanti e il 30% è oriundo, dunque può avere il diritto di voto all’estero in quanto discendente di una famiglia italiana.
L’aiuto che fornisce il professore per spiegare il voto all’estero
Dal momento che i cittadini non hanno alcuna idea su chi votare, si rivolgono al professore per avere più informazioni sugli attuali candidati alle prossime elezioni. Tuttavia, l’insegnante ha evidenziato come molti non si interessino affatto della situazione politica italiana e in merito alle schede elettorali ha detto: «Altri invece se ne disfanno volentieri, se glielo chiedessi me le regalerebbero c’è addirittura qualcuno che le butta direttamente nel cestino. Non perde neanche tempo ad aprire la busta del Consolato italiano. Peraltro, e per fortuna, vengono stampate in doppia lingua, anche in portoghese, altrimenti non saprebbero neanche leggerle».
Infine, il professore ha voluto dire la sua in merito alla possibilità di usare questo sistema per ottenere voti illeciti: «Non ho ancora visto pratiche simili, ma sono sicuro che se qualcuno senza scrupoli volesse, potrebbe portare a casa un bel bottino».