Ci sono «forti indicazioni» che Vladimir Putin in persona abbia approvato la fornitura del missile che nel 2014 ha abbattuto il volo MH17 della Malaysia Airlines. Lo ha dichiarato in un comunicato il Joint Investigation Team di sei Paesi che indagano sull’incidente. Anche se tutto lascia pensare che «il presidente russo abbia deciso di fornire il Buk TELAR (il sistema missilistico terra-aria) ai separatisti della Repubblica Popolare di Donetsk», l’inchiesta non ha prodotto nuovi sospetti da perseguire, ha reso noto il JIT in una conferenza stampa tenutasi oggi all’Aia. Per questo, la procuratrice olandese Digna van Boetzelaer ha annunciato la fine delle indagini.

Nel disastro persero la vita 298 persone
Non ci sono indicazioni sul fatto che Putin abbia effettivamente ordinato l’abbattimento del volo, cosa da sempre considerata improbabile. Il suo coinvolgimento riguarda infatti “solo” la fornitura del Buk TELAR ai separatisti. L’indagine è stata chiusa perché «sono state esaurite» tutte le piste sull’abbattimento dell’aereo, colpito da un missile il 17 luglio 2014, mentre in servizio tra Amsterdam, nei Paesi Bassi, e Kuala Lumpur, in Malesia, stava sorvolando l’oblast’ di Donetsk. Nel disastro persero la vita 298 persone: 283 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio.

Putin gode dell’immunità da capo di Stato
Da cosa nascono queste forti indicazioni? Dal fatto che, cosa confermata da alcune intercettazioni, l’ultima parola sulla fornitura di armi ai separatisti è sempre spettata a Putin. A giugno del 2014, i funzionari del Cremlino rinviarono a quanto pare la decisione di inviare armi nel Donbass perché Putin si trovava in Francia, per la commemorazione dello sbarco in Normandia. «C’è solo una persona che prende la decisione… la persona che è attualmente a un vertice in Francia», si sente in una telefonata intercettata, in cui un consigliere motivava il ritardo. In quanto capo di Stato, Putin gode tuttavia dell’immunità e ciò rende impossibile qualsiasi tentativo di perseguire il leader russo, hanno affermato gli investigatori. «Sebbene si parli di indicazioni forti, non è stata raggiunta l’asticella delle prove complete e conclusive». L’annuncio del Joint Investigation Team arriva a pochi mesi dalla sentenza di una corte olandese, che ha condannato due russi e un ucraino per il lancio del missile che ha abbattuto il volo MH17, dopo averli processati in contumacia. Da parte sua, la Russia ha respinto il verdetto definendolo «scandaloso e politicamente motivato», negando qualsiasi coinvolgimento nel disastro aereo.