Richard Branson e Jeff Bezos si rincorrono, si studiano e si fanno dispetti: dopo aver ottenuto praticamente tutto sulla Terra (il primo è il fondatore di Virgin, il secondo di Amazon), da tempo puntano allo spazio, e mirano ad arrivarci l’uno prima dell’altro. Con equipaggi “speciali”. Se Branson, 70 anni, ha deciso di sperimentare in prima persona il volo con alcuni dipendenti e manager della Virgin, Bezos, 57 anni, porterà con sé – oltre al fratello e uno sconosciuto che si è aggiudicato all’asta il biglietto, anche l’82enne Wally Funk, ex Nasa.
Ma chi tra i due arriverà per primo in orbita? La “gara” la vincerà Branson: l’inglese ha annunciato che l’11 luglio, o al massimo qualche giorno dopo se dovessero esserci contrattempi, partirà a bordo del razzo Unity, della sua compagnia Virgin Galactic. Non un progetto nuovo, in realtà, visto che il suo sviluppo – negli Stati Uniti – è durato più di 20 anni.
I’ve always been a dreamer. My mum taught me to never give up and to reach for the stars. On July 11, it’s time to turn that dream into a reality aboard the next @VirginGalactic spaceflight https://t.co/x0ksfnuEQ3 #Unity22 pic.twitter.com/GWskcMSXyA
— Richard Branson (@richardbranson) July 1, 2021
Rapido però è stato il sorpasso su Bezos, che qualche giorno fa aveva fissato al 20 luglio la data di partenza del suo New Shepard, il razzo della Blue Origin (compagnia spaziale di Amazon) che, nel 2015, raggiunse l’altezza di 100 chilometri prima di effettuare un atterraggio morbido verticale. Quello di questo mese, però, sarà il primo volo con equipaggio.
Spazio commerciale
Unity può salire fino a 90 chilometri di altitudine, e offre a chi è a bordo la possibilità di guardare dall’alto la curvatura della Terra. Inizialmente, Branson aveva previsto che quattro dipendenti di Virgin Galactic viaggiassero per primi, per testare l’esperienza in cabina per i futuri passeggeri. Solo in un secondo momento sarebbe stato lui ad allacciarsi le cinture e compiere il suo primo viaggio nello spazio. La voglia di superare Bezos però ha avuto la meglio, e il fondatore di Virgin ha deciso di far parte del primo equipaggio. Con lui ci saranno i due piloti, Dave Mackay e Michael Masucci; Beth Moses, il capo istruttore astronauta di Galactic; Colin Bennett, ingegnere capo delle operazioni; e Sirisha Bandla, vicepresidente degli affari governativi dell’azienda.
Quello di aprire lo spazio al settore “turistico” è da tempo un obiettivo dei grandi magnati mondiali. Branson, Bezos e Musk, infatti, vorrebbero creare dei servizi di volo spaziale commerciali, e la domanda in questo senso è anche abbastanza alta: sono già 600 i paperoni che hanno versato la caparra per poter effettuare un viaggio con Unity, e il prezzo totale del biglietto si aggira sui 250 mila dollari. «Credo che lo spazio appartenga a tutti noi», ha detto Branson, «e dopo 17 anni di ricerca e innovazione, una nuova industria spaziale commerciale è pronta ad aprire l’universo all’umanità, e cambiare il mondo per sempre. Una cosa è avere il sogno di rendere lo spazio più accessibile a tutti; un’altra è per un team incredibile trasformare collettivamente quel sogno in realtà», ha concluso.
Jeff Bezos e Wally Funk, la “nonna” spaziale
Così, al secondo uomo più ricco del mondo non resterebbe che la medaglia d’argento, in questa speciale corsa allo spazio. Anche Bezos ha annunciato da chi sarà composto il suo equipaggio: oltre a lui, ci saranno anche suo fratello Mark, uno sconosciuto che ha vinto l’asta per aggiudicarsi un posto, pagando 28 milioni di dollari, e Wally Funk, una pilota di 82 anni addestrata dalla Nasa negli Anni 60, ma mai partita per una missione spaziale.
Nel 1961 Funk si offrì volontaria come membro del programma Mercury 13, noto anche come “Women in Space Program”. Le 13 donne del programma hanno svolto l’addestramento e i test intrapresi anche dai sette uomini selezionati dalla Nasa per il programma Mercury, il primo progetto degli Stati Uniti a prevedere missioni spaziali con equipaggio. Funk fu la donna più giovane a diplomarsi nel programma, con risultati migliori dei colleghi uomini. Riuscì a resistere per 10 ore e 35 minuti nella vasca di deprivazione sensoriale, più anche di John Glenn, il primo statunitense a entrare in orbita attorno alla Terra. Pur non essendo mai andata nello spazio («Sei una donna, non puoi farlo», le dicevano), Funk è diventata pilota di aerei e ha registrato oltre 19.600 ore di volo. Inoltre, ha insegnato a più di 3 mila persone come pilotare aerei privati e commerciali. Ma Funk non avrà bisogno di tutta quell’esperienza per volare sul veicolo New Shepard. Il sistema spaziale e missilistico, completamente autonomo, è progettato per consentire praticamente a chiunque di diventare un astronauta dopo poche ore di istruzioni di sicurezza e addestramento, seguite nelle strutture di Blue Origin nel Texas occidentale. Dopo 60 anni il suo sogno sta per avverarsi, e di sicuro le interesserà poco farsi superare da Richard Branson.