Vittoria Ronchey morta a 96 anni: addio alla docente e scrittrice
La scrittrice fu anche citata da Enrico Berlinguer.
Vittoria Ronchey non c’è più. La scrittrice e docente è deceduta all’età di 96 anni a Roma. Di origini calabresi, la donna era nota per una serie di romanzi e per la sua spiccata passione per la filosofia. Avrebbe compiuto 97 anni il prossimo 23 settembre. Era moglie del giornalista, ex ministro e scrittore Alberto Ronchey. Per molti anni fu insegnante di liceo di storia e filosofia, oltre che assistente universitaria del filosofo Guido De Ruggiero a Roma. La donna è venuta a mancare nella sua casa romana. La notizia della sua morte è stata data dalla figlia Silvia, scrittrice e filologa.
Vittoria Ronchey, la carriera
Vittoria Ronchey è nata a Reggio Calabria nel 1925. Il suo nome da nubile è Alberti. Nel 1992 entra nella rosa dei finalisti del Premio Strega con il romanzo 1944. Nel 1996 vince il Premio Hemingway Lignano Sabbiadoro, sezione Narrativa, per La fontana di Bachcisaray. Nella sua carriera fu anche traduttrice. Infatti, tradusse La piccola Fadette di George Sand.

Il libro che segnò la sua carriera fu però Figlioli miei, marxisti immaginari, scritto nel 1975, dove parlava dei ragazzi della contestazione del Sessantotto. Il libro ottenne il Viareggio Saggistica Opera Prima e un endorsement speciale da parte di Enrico Berlinguer.
I libri
La docente di liceo e universitaria ha pubblicato sei libri:
- Figlioli miei marxisti immaginari,
- 1944,
- Il volto di Iside,
- La fontana di Bachcisaray,
- Un’abitudine pericolosa,
- Dodici storie di fantasmi.

La donna è venuta a mancare nella sua abitazione, ma ha lasciato libri intensi e coinvolgenti. Infatti, si tratta di libri che hanno evidenziato il disagio delle contestazioni giovanili del Sessantotto, mentre il suo impegno per i ragazzi non è mai venuto meno. La figlia Silvia ha dato la notizia della morte della madre, che dalle sue origini in Calabria ha saputo raccontare le vicende di Roma con grande maestria.