Perché la vittoria di Meloni al Nord cambia la geografia della destra

Paola Alagia
28/09/2022

Giorgia Meloni si è imposta nelle regioni settentrionali mentre a Sud, storica roccaforte di Msi e An, ha ceduto il passo al M5s stravolgendo la geografia politica italiana. È cambiata la destra o è cambiato il Mezzogiorno?

Perché la vittoria di Meloni al Nord cambia la geografia della destra

Forte in tutta Italia, ma per paradosso non straripante al Sud. Fratelli d’Italia è il vincitore indiscutibile delle elezioni, eppure Giorgia Meloni è abbondantemente alle spalle del M5s nel Mezzogiorno, mentre al Nord arriva quasi a triplicare (a sorpresa?) la Lega. Succede ad esempio in Veneto dove i voti di FdI in tutti i collegi sono appunto più del doppio di quelli del Carroccio. Ma il partito di Meloni si attesta per esempio primo alla Camera anche in Regioni come Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Liguria, oltre che Lazio, Marche e Abruzzo.

Perché dal Sud la destra si è spostata al Nord

Come si spiega questa mutazione della geografia del consenso rispetto a un Movimento sociale italiano prima e a un’Alleanza nazionale poi che hanno sempre avuto la propria roccaforte nel Mezzogiorno? «Al Sud hanno vinto la protesta e i sussidi», è la prima cosa che dice a Tag43 Simona Colarizi, professoressa emerita di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma. «Il Meridione è sempre stato bacino di proteste e il Msi era bravo proprio a cavalcarle. Mentre al Nord non ci metteva piede. Quello che è avvenuto con queste elezioni è un totale rovesciamento», spiega. «Ma perché è stato il bacino elettorale dalla Lega che ha dato i suoi voti a Fratelli d’Italia. Mentre il Sud ha continuato a essere protestatario».

Perché la vittoria di Meloni al Nord cambia la geografia della destra
La storica Simona Colarizi.

Insomma, il Mezzogiorno con i suoi «guizzi di protesta», non è cambiato. «Il Sud si ribella e continuerà a farlo perché si sente marginalizzato. Una data importante rimane il 1970: l’istituzione delle Regioni e poi le prime Regionali. Che cosa accadeva anche allora? Semplice: c’era il Mezzogiorno che protestava». Terreno fertile per il Msi, insomma. «Non dimentichiamo che è stato un movimento di opposizione fino alla fine della prima Repubblica. Tanto è vero che Berlusconi ebbe l’astuzia di presentare una coalizione di governo al Sud puntando su democristiani e l’allora Alleanza nazionale». Alla luce di questo, le ragioni della conferma del M5s nel Mezzogiorno non sono difficili da rintracciare. «Il binomio che meglio rappresenta adesso il Movimento è statalismo e sussidi. Cos’altro c’era da aspettarsi?», dice Colarizi. Ma attenzione, questo non significa che Meloni non abbia soffiato sulle paure degli italiani: «Pure lei ha cavalcato le proteste, nella cultura del vecchio Msi». Così come di fondo resta lo storico statalismo. «È solo che la leader di FdI si sarà resa conto che c’è un’Europa con cui bisognerà fare i conti…».

Perché la vittoria di Meloni al Nord cambia la geografia della destra
Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi nel 2006 (Getty Images).

Perché Giorgia Meloni non ha sbancato nel Mezzogiorno

Secondo Colarizi, però, per comprendere a fondo l’esito elettorale al Sud non si può prescindere da almeno altri due elementi. Innanzitutto, il carattere “governativo del voto”, che semplificando si traduce in benefici in cambio del consenso. «Per andare molto lontano nel tempo il fascismo si afferma nel Mezzogiorno solo quando diventa governo», ricorda. Ma anche e soprattutto «l’assenza qui di una forte cultura politica. Né marxista, né bianca e né nazionalista. Anzi, ci sono stati tutti i possibili rigurgiti borbonici». In sintesi, il Mezzogiorno «non è mai stato né bianco e né rosso. Era grigio». Se però è vero che il voto in questa parte d’Italia è sostanzialmente governativo, rimane da capire perché allora l’elettorato non abbia votato in massa FdI, la cui vittoria era nell’aria da tempo. «Intanto, non tutti i cittadini sono attenti a sondaggi e tendenze. Ma, a parte questo, non dimentichiamo che il Movimento 5 stelle è già stato al governo. Il reddito di cittadinanza, che tra l’altro Meloni osteggia, è una realtà. Senza tralasciare che i pentastellati hanno realizzato la riforma del taglio dei parlamentari, un tema che incontra l’appoggio di un certo elettorato anti-establishment».

Perché la vittoria di Meloni al Nord cambia la geografia della destra
Giorgio Almirante (dalla fondazione Giorgio Almirante).

Così il M5s ha bloccato l’avanzata di FdI al Sud

Anche il politologo Roberto D’Alimonte non ha dubbi in proposito. Non c’è stato un cambiamento dell’elettorato, della destra o del Paese in generale: «È stata la concorrenza del M5s a bloccare l’avanzata di FdI al Sud. Le risposte», conclude il docente di Sistema politico alla Luiss e fondatore del Centro italiano di studi elettorali, «a volte sono molto più semplici di quanto si possa pensare».