Visibilia, i legali della Santanché chiariscono: «Dall’istanza non risulta indagata»
La società avrebbe debiti di poco inferiori al milione di euro.
«(…) presentato apposita istanza alla Procura della Repubblica di Milano, dalla quale si evince che, in piena coerenza con quanto dichiarato dalla senatrice Santanché, a carico della stessa non risultano, nel Registro degli indagati, iscrizioni suscettibili di comunicazioni». A dirlo è Salvatore Sanzo, il legale che si occupa della vicenda della Visibilia Editore Spa a tutela di Daniela Santanché.
Visibilia, per la Santanché i legali smentiscono iscrizione nel registro indagati
La vicenda della Visibilia Editore Spa parte da un’istanza di fallimento che il Pubblico Ministero Roberto Fontana ha presentato nei giorni scorsi. La Santanché sarebbe stata presidente di questa società fino a gennaio 2022. Poi, avrebbe dismesso le quote. Le indagini al momento riportano tra le accuse la bancarotta e le false comunicazioni sociali. La Santanché non sarebbe nel registro degli indagati, ma ci sarebbero gli ex amministratori della società in questione.

La Procura non può né confermare né smentire la presenza di nomi specifici, perché l’atto è secretato come da normativa vigente. Questa vicenda non ha nulla a che vedere con il Twiga. In quel caso, si ipotizzava un conflitto di interesse tra le quote in possesso del Ministro e il suo ruolo come tale. Anche questa notizia, però, è stata smentita.
La Santanché avrebbe fondato la società Visibilia
A quanto si apprende, il Ministro avrebbe effettivamente fondato la società, ma avrebbe anche dismesso le quote. Di conseguenza, non avrebbe nulla a che fare con la società da quel momento in poi. L’istanza di fallimento, invece, risale ai giorni scorsi.

Secondo il Pubblico Ministero, la società avrebbe «debiti per un importo complessivo pari a 984.667,14 euro, con data di notifica delle prime cartelle a partire dal 2018». L’avvocato del Ministro conclude così la nota: «Visibilia Editore spa sta assumendo in ogni sede opportuna le iniziative affinché l’Autorità giudiziaria possa riconoscere l’assenza di tale presupposto ed in particolare, come evidenzia un comunicato della società, gli azionisti di riferimento della stessa – Reale Ruffino e SIF Italia spa – hanno manifestato la disponibilità ad intervenire, ove necessario, per adempiere ad ogni obbligazione nei confronti dell’Agenzia delle Entrate».