Sulla violenza sessuale di gruppo interviene la Corte di Cassazione. La richiesta arriva dopo il caso di un ragazzo disabile che avrebbe subìto una violenza di gruppo. La posizione all’attenzione della Corte era quella di una ragazza, che non aveva partecipato alla violenza, ma la cui voce si sentiva nel video girato dal branco.
Dove è intervenuta la Corte: il caso
La Corte è intervenuta sul caso di una donna, che non avrebbe fatto nulla durante la violenza sessuale di gruppo ai danni di una persona disabile. A quanto si apprende, la donna avrebbe anche applaudito al branco mentre avveniva il fatto. La ragazza non aveva partecipato al fatto, ma nel video dove il gruppo riprende la violenza, la si sentirebbe dire: «Troppo forte raga, quell’altro gli sta pure facendo il video».

Così, per la Cassazione: «L’indagata è chiamata a rispondere non di concorso in violenza sessuale di gruppo, ma di violenza sessuale di gruppo».
Violenza sessuale, cosa ha detto la Cassazione
«In altri termini la realizzazione di un contributo ‘morale’, da parte del concorrente nel reato che non realizza l’azione tipica sul luogo e nel momento del fatto» per la Corte sarebbe «una condotta di ‘partecipazione’ punita direttamente ai sensi dell’art.609 octies del codice penale». Così spiegano i giudici, secondo i quali la giovane: «non solo non si è dissociata dalla condotta realizzata, condotta che era ancora in corso posto che in quel momento si stava registrando il video (…), ma ha rafforzato nei confronti di costui, l’intento di usare violenza alla persona offesa peraltro portatore di deficit cognitivo».

La 23enne ora ha l’obbligo di firma in attesa del proseguimento dell’iter giudiziario al Tribunale di Catanzaro. Il caso era scoppiato quando i genitori della vittima avevano visto il video postato in Rete e avevano denunciato il tutto ai Carabinieri.