Papa Francesco non seguirà la Via Crucis al Colosseo, ma sarà collegato in preghiera da casa Santa Marta. A deciderlo sarebbero stati i vertici del Vaticano, che hanno comunicato poco fa la scelta, in virtù delle condizioni di salute del Pontefice che non sembrano ancora ottimali. In una breve nota, la Santa Sede spiega che «a causa del freddo intenso di questi giorni seguirà la Via Crucis al Colosseo da casa Santa Marta, unendosi alla preghiera di coloro che si raccoglieranno con la diocesi di Roma al Colosseo». Appena una settimana fa le dimissioni dal policlinico Gemelli di Roma e la scelta di presiedere alle celebrazioni della Settimana Santa, pur senza celebrare direttamente i singoli eventi.
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Don Caprio: «I testi guarderanno alle vittime della guerra»
Intanto, per la prima volta, il Vaticano ha deciso di non anticipare i testi. Adnkronos ha intervistato don Stefano Caprio, conoscitore sia del mondo russo sia del Patriarcato di Mosca. Per lui a portare la croce saranno le vittime dei Paesi in guerra: «Quest’anno nella Via Crucis si cercherà di guardare in generale alle vittime della guerra, che poi sono le vittime dell’Ucraina, ma ne soffrono molto anche in Russia per tutti i morti che hanno avuto e per tanti altri motivi. La Via Crucis verrà “giocata” sulla solidarietà verso chi soffre per le tante guerre più che per la riconciliazione tra Russia ed Ucraina che si è capito non è argomento che funzioni né da una parte né dall’altra poiché da una parte si vuole vivere indipendenti, dall’altra si vuole semplicemente inglobare per cui non ci sarà mai una riconciliazione».

L’anno scorso le polemiche sulla partecipazione dei russi
Per l’Ansa, inoltre, a partecipare non saranno soltanto gli ucraini. Ci saranno rifugiati dalla Siria, dall’Iraq e da numerosi stati dell’Africa. L’anno scorso, invece, fu la Via Crucis delle polemiche come ricorda anche Don Caprio. La vicenda partì dalla scelta di far portare la croce a una cittadina russa oltre che a una ucraina: «Lo scorso anno l’argomento fu usato in modo esagerato. Però che ci siano persone che sono un russe e ucraine che si sentono vicine, questa non è una cosa né difficile da trovare né particolarmente scandalosa. Quest’anno si cercherà di guardare in generale alle vittime della guerra. Si punterà l’attenzione e la riflessione sulla solidarietà verso chi soffre per le tante guerre».
