Una t-shirt per personal trainer

Camilla Curcio
04/05/2021

Fibre intelligenti in grado di registrare parametri biomedici. Dalle polsiere e ginocchiere della Nextiles alle magliete della Samsung e i bottoni Apple. Il futuro dei tessuti è hi-tech.

Una t-shirt per personal trainer

Vestiti intelligenti in grado di registrare i parametri biometrici di chi li indossa. È questa l’ultima intuizione della Nextiles, azienda tessile americana che, nelle scorse settimane, ha lanciato uno speciale tessuto smart, lavabile in lavatrice e potenziato con una rete di cavi inseriti nella trama utili a captare il battito cardiaco o il numero dei passi.

Addio a smart watch: basta una ginocchiera

Limitato, per il momento, all’abbigliamento sportivo, il progetto della start up punta a consentire agli atleti di misurare velocità, intensità, frequenza respiratoria, senza dover ricorrere a smart watch o fitness tracker. Un primo passo, questo, verso il raggiungimento del vero obiettivo: quello di estenderne il consumo anche sul mercato di massa e nella confezione di capi prêt-àporter. «Il mio sogno è sempre stato quello di inserire la tecnologia intelligente nei vestiti senza complicare troppo le cose», ha spiegato George Sun, chief executive di Nextiles, al Washington Post. «Proprio per questo ho pensato a quanto sarebbe stato pratico cucire i cavi direttamente all’interno di una manica o di un pantaloncino piuttosto che indossare un aggeggio ingombrante o un qualsiasi chip». I primi prodotti proposti da Sun sono una polsiera e una ginocchiera disegnati per monitorare i movimenti. Tutto potenzialmente utilizzabile per prevenire, tra le tante cose, sforzi eccessivi e infortuni.

Dalle t-shirt cambia colore di Samsung ai bottoni smart di Apple

L’idea di Nextiles, però, non è un unicum. Sono stati tanti, negli anni, i pitch che hanno tentato la strada del sodalizio tra fashion e tech. Dalla Samsung che, nel 2018, ha brevettato magliette intelligenti in grado di cambiare colore su richiesta al gigante Apple che, a febbraio 2021, ha brevettato bottoni rivestiti in stoffa utili per attivare comandi e funzioni su iPhone e MacBook. Da non dimenticare anche le numerose partnership del Project Jacquard (un collettivo di imprese promotrici di una moda smart a tutto tondo) con brand come Levi’s e Adidas per il lancio, rispettivamente, di una giacca capace di rispondere al telefono attraverso un’app integrata e di una soletta inserita negli scarpini da calcio per misurare distanza, velocità e potenza del tiro.

Fibre come magazzini di dati

Se, da un lato, il tessuto hi-tech sembra essere il futuro dei marchi, dall’altro la strada da percorrere per arrivare a commercializzare prodotti più strutturati è ancora parecchio lunga. E, soprattutto, incerta perché si evolve di pari passo con i dispositivi elettronici che, da un giorno all’altro, potrebbero inglobarne tutte le funzioni, rendendole ancora più semplici. Gli scienziati del Mit sembrano però fiduciosi: «Pensiamo a come le fibre si modernizzeranno da qui a 10 anni. Per adesso, rimangono componenti più o meno inerti ma potrebbero diventare vere e proprie fabbriche di dati, in grado di allertare il consumatore sul suo stato di salute o sull’urgenza di un checkup», ha aggiunto Joel Fink, professore di Scienze dei Materiali al Mit. «Si rivoluzionerebbe totalmente il modo di approcciarsi alla sanità e alla cura di sé».