Verona-Napoli, lo striscione con le coordinate per un bombardamento
Firmato dagli ultras dell’Hellas, nei giorni dell’attacco russo all’Ucraina invita Putin a colpire con i suoi missili la città partenopea.
Domenica 13 marzo si gioca alle 15 Hellas Verona-Napoli, partita importante ai fini della classifica (in ottica partenopea, per lo scudetto) e sentitissima dalle due tifoserie, che nel corso degli anni si sono insultate pesantemente, anche con beceri cori di discriminazione territoriale. La rivalità è nata circa 60 anni fa e si è acuita all’inizio degli Anni Ottanta. Ebbene, alla vigilia del match del Bentegodi, i tifosi della Curva Sud Verona hanno esposto fuori dallo stadio uno striscione con le coordinate della città di Napoli, esortando in pratica la Russia a bombardarla.
Verona-Napoli, lo striscione della vergogna
La bandiera della Russia e quella dell’Ucraina, poi i due punti, come a dare il risultato o la soluzione del conflitto: 40°50′N 14°15′E, le coordinate di Napoli, come “meta” dei missili di Mosca. «Per chi non lo sapesse, sono le coordinate della mia città. Sempre ammirevolmente pronti a cogliere elementi di stretta attualità per rinnovare la propria profonda idiozia razzista», ha scritto su Facebook lo scrittore Maurizio De Giovanni. «Solo per farci capire con un plastico esempio a che punto può arrivare l’imbecillità (sub)umana, e come in un cervello troppo angusto possano mescolarsi cose molto serie e fesserie».

Verona-Napoli, la rivalità
Tantissimi i commenti dei tifosi partenopei sul web: molti di loro hanno chiesto alla società a ritirare la squadra dal campo al primo eventuale coro razzista lanciato dalla curva veronese. Si tratta solo dell’ultimo brutto episodio di una rivalità intensa, che troppo spesso ha superato il limite, con toni discriminatori che sono andati oltre la “classica” contrapposizione tra Nord e Sud del nostro Paese. Basti pensare al 1983, quando i tifosi gialloblu salutarono Dirceu, destinato al Napoli, con lo striscione: «Dirceu ora non sei più straniero, Napoli ti ha accolto nel continente nero». Il centrocampista brasiliano, tra l’altro, era bianco.

È poi rimasto nella storia il celebre (e sicuramente più divertente) striscione srotolato dai tifosi del Napoli al Bentegodi, con tanto di riferimento shakesperiano: «Giulietta è ‘na zoccola», a cui qualche anno dopo i veronesi avrebbero risposto chiamando i napoletani «figli di Giulietta».