La piccola rivincita dei Verdi: cresce finalmente il consenso ecologista

Stefano Iannaccone
29/09/2022

Per la prima volta dall’ondata dei Fridays for Future, buona performance per il partito ambientalista di Angelo Bonelli ed Eleonora Evi. Col 3,6 per cento ha ottenuto il massimo risultato dalle Europee 1989. Il paragone con gli altri Paesi è ancora arduo. Ma l'alleanza con Sinistra italiana ha funzionato.

La piccola rivincita dei Verdi: cresce finalmente il consenso ecologista

Il paragone con i cugini europei, gli European Greens, ancora non regge. Impensabile fare il raffronto tra i Grünen in Germania ed Europa Verde (Ev) in Italia. Ma, per la prima volta dall’ondata dei Fridays for Future, è arrivato un risultato positivo per la federazione guidata da Angelo Bonelli ed Eleonora Evi: l’ingresso della forza ecologista in parlamento, che mancava addirittura dal 2006. Da allora i Verdi non erano mai riusciti a entrare dalla porta principale, dovendosi affidare a qualche parlamentare che aderiva durante la legislatura. Il digiuno è stato interrotto con il miglior risultato dalle Europee del 1989 (quando presero il 3,8 per cento): il 3,5 per cento della Camera e il 3,6 del Senato. In termini assoluti si parla di oltre un milione di voti, quasi quanti ne aveva ottenuti Liberi e uguali nel 2018, ma con una differenza di visibilità evidente. La lista rossoverde è stata relegata ai margini della campagna elettorale dai principali media, compresa il servizio pubblico, come emerge dai dati ufficiali dell’Agcom. L’esperienza di LeU, grazie alla leadership di Piero Grasso e alla presenza all’interno di figure come Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza, ottenne un grande risalto. «Gli elettori, nonostante il poco spazio televisivo, hanno potuto conoscerci tramite i social», spiega la neo eletta Eleonora Evi a Tag43. «E credo che ci abbia aiutato la valutazione positiva data ai programmi da parte di organizzazioni indipendenti, soprattutto sulle politiche per il clima. Ci ha garantito un po’ di risonanza, facendo conoscere la proposta politica». Sulla ricetta per il buon risultato, Evi sostiene infine che «abbiamo rappresentato un buon interlocutore per i giovani, sebbene ci sia ancora tanto da fare».

L’intesa rossoverde nata all’opposizione del governo Draghi

Certo, si parla di alleanza perché decisiva è stata la sinergia con Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, che ha posto fine alla spaccatura tra Verdi e Si, avvenuta ai tempi di Sel, inaugurando una fase nuova. Senza accordo sarebbe stato impensabile superare la soglia di sbarramento. E un’unione a sinistra, invece di una scissione è di per sé una notizia. Così anche Si ha potuto riportare in parlamento chi aveva saltato l’ultima legislatura, da Giovanni Paglia, la mente economica del partito, e Peppe De Cristofaro, stratega politico di Fratoianni. Ma ha anche consentito l’esordio a Montecitorio di Franco Mari, storico esponente della sinistra campana, con trascorsi in Rifondazione comunista e da assessore nelle prime giunte di De Luca al Comune di Salerno. Un ruolo che lasciò in forte dissenso rispetto all’allora sindaco. L’intuizione dell’intesa rossoverde, peraltro, è maturata prima della crisi di governo: l’alleanza si è strutturata prima in parlamento, all’opposizione del governo Draghi, e poi ha preso forma quando c’è stata l’accelerazione verso il voto. Con scelte indovinate come le candidature di Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro. E non va trascurato il prezioso contributo di Possibile, presente con alcuni candidati nelle liste, che però non ha eletto né la segretaria Beatrice Brignone né il fondatore Pippo Civati, a causa dell’effetto flipper innescato dal Rosatellum. Tuttavia, al netto degli inconvenienti, il dato c’è: inizia una fase nuova dando la possibilità ai Verdi di inseguire quegli standard europei tanto agognati. E che per i vertici del partito erano il motivo delle principali critiche.

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Il volto nuovo è Evi, 38 anni, finora europarlamentare eletta con il M5s

L’effetto-Greta si sta così facendo lentamente sentire, sebbene il movimento dei Fff sia allergico a qualsiasi etichetta politica. Il tema, però, è stato intercettato, anche attraverso proposte che hanno scatenato il dibattito, come la richiesta di divieto dei jet privati in Italia. Una provocazione per alcuni, come Matteo Renzi che per tutta risposta ha usato un jet privato per spostarsi in campagna elettorale, un messaggio forte all’elettorato che pretende risposte radicali all’emergenza climatica. Ma chi sono i protagonisti della scalata verde? Il mix è tra vecchi esponenti dell’ecologismo politico e new entry. Così Bonelli rappresenta il leader storico, anche se per qualche tempo si era allontanato dal partito affidandolo a Elena Grandi e Matteo Badiali. Ma di fronte alle difficoltà interne, ha voluto riprendere le redini, puntando soprattutto sul nuovo marchio di Europa verde, inaugurato già alle Europee del 2019, quando il risultato fu un 2,3 per cento non certo esaltante. Il volto nuovo è Evi, 38 anni, finora europarlamentare eletta con il Movimento 5 stelle. L’impegno sui temi ambientalisti l’ha avvicinata ai Verdi, che hanno valorizzato la sua verve comunicativa con un incarico da co-leader insieme a Bonelli. Ridando così sprint all’immagine del partito.

La piccola rivincita dei Verdi e un consenso che cresce
Eleonora Evi. (Instagram)

L’uomo della comunicazione è Mascia, ex Popolo Viola. La veterana è Zanella

Francesco Maria Alemanni è invece la mente alle spalle dei big: lo storico tesoriere del partito non è certamente un esponente mediatico, eppure è lui a consigliare Bonelli e a lavorare alle liste. L’uomo della comunicazione è Gianfranco Mascia, che dopo la fama personale acquisita da animatore dell’allora Popolo Viola, ha trovato la propria dimensione come capo dell’ufficio stampa dei Verdi, con un occhio sempre alla militanza. Tra gli eletti, invece, una veterana è Luana Zanella, 71 anni, già parlamentare del Sole che Ride dal 2001 al 2008 e con un trascorso da co-portavoce della federazione, dal 2013 al 2018. Mentre debutterà a Montecitorio Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale in Campania, 49 anni, noto per le sue battaglie contro l’illegalità. Un impegno che gli è costato più di un’aggressione oltre a insulti e minacce. Altro volto poco noto è Doris Devi che nella scorsa legislatura era stato eletto con i cinque stelle prima di passare con LeU e quindi aderire alla componente dei Verdi. Una scelta che è stata premiata con la rielezione: alla Camera riporterà, oltre ai temi ecologisti, le battaglie sulla giustizia e sui lavoratori del settore, una sua bandiera degli ultimi anni. Ma c’è anche l’ex assessora – e ora solo consigliera – al Comune di Cagliari, Francesca Ghirra, che è il perfetto trait d’union tra Verdi e Sinistra: da ex Sel, a sostegno di Massimo Zedda, a esponente di un fronte progressista, come quello attuale a Cagliari. Un rossoverde totale. Una prospettiva nuova, dunque, anche per il futuro: «Abbiamo grandi aspettative su questo progetto dell’alleanza Verdi-Sinistra», sintetizza Evi.