Direttore: Paolo Madron
  • Economia e Finanza
  • Politica
  • Tecnologia e Innovazione
  • Attualità
x
  • Attualità
    • Cronaca
    • Gossip
    • Web
  • Cultura e Spettacolo
    • Arte
    • Cinema
    • Design
    • Libri
    • Moda
    • Musica
    • Serie Tv
    • Teatro
    • Tv
  • Economia e Finanza
    • Aziende
    • Lavoro
  • Politica
    • Europa
    • Italia
    • Mondo
  • Salute e Benessere
    • Beauty
    • Fitness
    • Food & Beverage
    • Medicina
    • Sanità
    • Wellness
  • Sport
    • Altri Sport
    • Calcio
    • Motori
  • Tecnologia e Innovazione
    • App
    • Device
    • Domotica
    • Gaming
    • Sostenibilità
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Cinema

I nuovi mori

Presentato alla mostra del Cinema di Venezia, Atlantide di Yuri Ancarani accende i riflettori sulla “Generazione dei barchini”. Ragazzi che trascorrono le giornate tra un’isola e l’altra della laguna, confidando in un futuro che difficilmente li soddisferà.

10 Ottobre 2021 09:48 Andrea Frateff-Gianni
Atlantide, Yuri Ancarani che racconta la vita sui barchini dei giovani veneziani

Chissà se il regista Yuri Ancarani per caso ha letto Iosif Brodskij, perché il suo ultimo lavoro, Atlantide, presentato alla 78esima edizione della Mostra del Cinema, appare essere un lontano parente di Fondamenta degli Incurabili, lieve e immensa dichiarazione d’amore che il premio Nobel russo dedicò a Venezia nel 1989. Nessuno è stato in grado di raccontare Venezia come ha fatto Iosif Brodskij, Ancarani, oggi, ci va molto vicino, ritraendo i giovani della laguna che truccano barche, mangiano snack e ascoltano musica trap a tutto volume. Protagonista della vicenda è Daniele, un giovane di Sant’Erasmo, che, a bordo del suo barchino, viene seguito dalla cinepresa tra folli gare di velocità, incidenti, inseguimenti con le barche della guardia di finanza, furti, risse e storie d’amore che vanno in pezzi.

Con uno sguardo crudo e realistico, che ricorda per certi versi l’Accattone di Pasolini, Ancarani racconta i veri giovani veneziani e le loro giornate fatte di niente, le une identiche a le altre, proiettate con l’autoreverse verso il futuro. Un futuro che però non c’è, come quello declamato dal punk, trent’anni fa. Solo che oggi, invece dei Sex Pistols, al posto della bronchia al vetriolo di Syd Vicious o di John Lyndon, ci sono le liriche storte dei ragazzi della Dark Polo Gang e le basi elettroniche di Sick Luke, una specie di Re Mida della trap nostrana, che insieme all’ultra acclamato deejay Lorenzo Senni, ha confezionato la splendida colonna sonora del film.

 

I barchini di Venezia diventano metafora di libertà

Al centro della scena, oltre a un disagio matto e disperato, c’è la passione per i barchini, metafora assoluta di libertà, con i quali i ragazzi sfrecciano per i canali, a velocità assurde, illuminando la città di notte con dei Led super colorati che trasformano Venezia in una mega discoteca a cielo aperto. L’agonia dell’umano e in particolare della vita adolescenziale, con tutti i suoi riti di passaggio, schiaffeggia senza sosta lo spettatore che viene, suo malgrado, catapultato in un mondo vacuo e alienante, a tratti psichedelico, discostandolo totalmente dall’immagine di plastica che tutti hanno in mente di Venezia. Immagine restituita dal cinema hollywoodiano alla Woody Allen e dal turismo imperante e invasivo. Il barchino, così, si trasforma in un’isola tra le isole, come diventasse un non-luogo, totalmente autosufficiente, al bordo del quale si fa di tutto: si mangia, si dorme, si balla, ci si droga, si fa l’amore e si rischia, spesso, anche la vita.

Atlantide, lo sguardo inedito sulla città

Visionario, poetico e particolarmente intimo, il lavoro del regista ravennate, classe 1972, a metà tra cinema e arte, regala uno sguardo inedito sulla città rendendola un set cinematografico senza precedenti, ideale per narrare gli abissi dell’anima di una intera generazione. Una generazione appesa al proprio cellulare e alle stories di Instagram, che ha fatto del nichilismo la propria bandiera e che fotografa un disimpegno assoluto. Disimpegno all’interno del quale chi si consuma non sono tanto gli oggetti, quanto la quotidianità che, in assenza totale di prospettiva, non riesce più a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Ed è proprio questo senso di vuoto, rappresentato magistralmente dalle liriche della musica trap, che rende i giovani maggiormente vulnerabili, in un mondo in cui il nulla dilaga, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella gli orizzonti, fiacca la loro anima. Non resta quindi che alzare il volume e gridare «Eskere!», contrazione e storpiatura dell’inglese «let’s get it», aumentando la velocità del barchino, tra un flex e l’altro.

Alessandro Impagnatiello è il ragazzo che si è reso protagonista dell'uccisione della giovane Giulia Tramontano.
  • Cronaca
Chi è Alessandro Impagnatiello, killer di Giulia Tramontano: la chiamata all’amante dopo il delitto
Il ragazzo ha confessato l'omicidio della fidanzata.
Alberto Muraro
Perché il 2 giugno si festeggia la Festa della Repubblica italiana? Ecco qual è la storia del nostro Paese e il significato di questo giorno.
  • Attualità
2 giugno, perché è la Festa della Repubblica: storia e significato
Nel 1946 il nostro Paese abbandonava per sempre la forma della monarchia ed eleggeva l'Assemblea Costituente.
Alberto Muraro
Stasera 2 giugno su Rai1 torna Tutti i sogni ancora in volo, show di Massimo Ranieri. Sul palco Rocío Muñoz Morales insieme a vari ospiti.
  • Tv
Massimo Ranieri, stasera su Rai1 con Arisa, Tiziano Ferro e Brignano
Stasera 2 giugno su Rai1 la seconda serata di Tutti i sogni ancora in volo, show di Massimo Ranieri. Con lui sul palco Rocío Muñoz Morales insieme ad attori e cantanti.
Redazione
Alessandro Impagnatiello: «Unica forma di pentimento è togliermi la vita». Le parole dell'assassino di Giulia Tramontano.
  • Cronaca
Alessandro Impagnatiello: «Unica forma di pentimento è togliermi la vita»
Le parole riferite dal legale dell’assassino di Giulia Tramontano durante l'interrogatorio di convalida del fermo.
Redazione
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
Nielsen Digital Measurement Privacy Policy

Tagfin Srl Sede Legale: Via dell'Annunciata, 7 – 20121 Milano

Numero di partita IVA e numero d’iscrizione al Registro Imprese 11673800964 del Registro delle Imprese di Milano.

Registrazione della testata giornalistica Tag43 presso il Tribunale Ordinario di Milano, n. 100 del 23 Aprile 2021