Una lotta legale con l’ospedale per avere un figlio dal marito defunto. Una storia molto particolare, quella della 35enne Jade Payne, vedova inglese che sta dando battaglia per poter utilizzare il seme congelato del compianto Daniel. A riportarlo è il Times, che ha raccontato la vicenda relativa a una causa che potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema.
Jade Payne: la storia
Jade Payne non vuole arrendersi. A due anni dalla morte del marito Daniel, con cui è stata insieme per dieci anni, il suo sogno di avere un figlio non tramonta. E così la donna ha richiesto al John Radcliffe Hospital di Oxford di poter avere il seme congelato dell’uomo. Nel 2010, infatti, Daniel aveva donato il proprio seme prima di sottoporsi a una terapia per un cancro ai testicoli. La risposta dell’ospedale è stata negativa. La donna continua a ripetere che il marito voleva che questo figlio tramite la fecondazione in vitro potesse arrivare, ma ad Oxford hanno fermato tutto per la mancanza di documenti che confermino la volontà dell’uomo. In uno dei documenti della donazione, infatti, manca il nome di Jade e questo per l’ospedale indica l’impossibilità di collegare il seme espressamente alla moglie di Daniel.

Jade Payne: «È qualcosa che volevamo entrambi»
«È qualcosa che volevamo entrambi», dichiara Jade Payne, «lo stavamo pianificando insieme ma poi è morto prima che ne avessimo l’opportunità». Secondo la versione della donna, infatti, l’iter per l’inseminazione stava per essere avviato quando Daniel ha scoperto di avere un altro tumore, stavolta al cervello. Da lì lo stop a un percorso che ora Jade vuole riprendere. «Avevamo scelto i nomi per il bambino, parlato di come volevamo la cameretta, il passeggino da comprare. Sapevamo cosa volevamo». La vedova insiste ma quel nome mancante sul documento sta bloccando tutto. Da qui la causa legale e una storia che potrebbe finire in Corte Suprema.
