Vauro Senesi è uno dei vignettisti di maggior successo in Italia. Collaboratore delle più importanti riviste e testate giornalistiche del nostro Paese, si è fatto conoscere e apprezzare anche come personaggio televisivo. Ha infatti preso parte ai programmi Anno Zero e Servizio Pubblico condotti da Michele Santoro. Ma quali sono i suoi libri e le sue vignette più famose? Scopriamolo insieme.
Vauro Senesi: carriera
Vauro Senesi è nato il 24 marzo del 1955, sotto il segno dell’Ariete a Pistoia. Ha studiato con il maestro e regista Pino Zac, con il quale ha creato il settimanale di satira politica Il Male. Successivamente Senesi ha avviato una brillante carriera, facendosi rapidamente conoscere nel nostro Paese. Ha collaborato con Il Manifesto, poi con numerosi e importanti giornali satirici, come Il quaderno del Sale, Satyricon, El Jueves, L’Echo des Savanes, Il Diavolo. Ha anche disegnato per Il Corriere della Sera e Smemoranda.

Ha tuttavia raggiunto la popolarità nel 2006 quando ha partecipato al programma televisivo Anno Zero di Michele Santoro, disegnando in diretta vignette satiriche. Nel 2011 è tornato nel piccolo schermo nel programma Servizio Pubblico, sempre condotto da Santoro.
Le vignette famose del disegnatore satirico
Il tratto di Vauro Senesi è tra i più conosciuti in Italia. Sono tantissime le vignette che l’artista ha disegnato nel corso del tempo, ma alcune hanno certamente ottenuto più fama di altre. Si ricorda per esempio quella intitolata “Lotta alla mafia”. Nella vignetta i due protagonisti si scambiano le lapidarie battute: “Lo Stato ha applicato il regime di isolamento” – “A Totò Riina?” – “No, al giudice Di Matteo!”.
Un altro disegno famoso è quello che riguarda il caso Cucchi. Protagonista è la statua della Dea Themis, dea della giustizia secondo la mitologia greca. Nel basamento della scultura è però incisa la dicitura “La legge non è uguale per Cucchi”.
Il caso della vignetta su Zelensky
Recentemente, una vignetta di Vauro Senesi ha sollevato una bufera sui social. Questa ritraeva il presidente Zelensky e lo zar Putin l’uno accanto all’altro con la frase “No alla guerra…senza ze e senza vla!”. Non tanto la frase, ma le sembianze di Zelensky hanno fatto infuriare la Comunità Ebraica di Roma che, tramite la sua presidente Ruth Dureghello, in un tweet ha accusato. “Non è una casualità, ma un’abitudine quella di un certo signore di raffigurare gli ebrei con il naso adunco con lo stile della Difesa della Razza. Non per questo è meno grave e non per questo ci si può assuefare alla vergogna”.

Così ha replicato l’autore del disegno satirico. “In questo disegno non c’è alcun riferimento alla ebraicità di Zelensky, cosa per me del tutto priva di rilevanza. Se disegno una caricatura (si chiama così perché “carica” i tratti somatici) è ovvio che perché il soggetto risulti somigliante ne “carico” i tratti: Zelensky ha un naso importante non perché è ebreo ma perché è il suo naso. Io non ho mai pensato che gli ebrei abbiano necessariamente il naso adunco, anche perché ne conosco moltissimi che hanno nasi di vario tipo, a tutti quei cretini che commentano sul naso di Zelensky non avrei voluto nemmeno rispondere. Lo faccio solo perché se non è pura imbecillità è malafede”.