Quirinale, il ruolo del Vaticano nell’elezione del capo dello Stato: la storia

Redazione
28/01/2022

A differenza del passato la Chiesa guarda da posizione defilata la nomina del presidente della repubblica. Non è stato, però, sempre così. Emblematico il caso di Fanfani, invitato a ritirarsi dalla contesa proprio dal pontefice.

Quirinale, il ruolo del Vaticano nell’elezione del capo dello Stato: la storia

L’influenza della Chiesa sulla corsa al Quirinale potrebbe essere meno forte del passato. Eppure qualche indizio sul ruolo giocato dal Vaticano nell’elezione del capo dello Stato, a ben vedere, c’è. Basti pensare alla nomina di Mario Draghi alla Pontificia Accademia di Scienze Sociali, arrivata prima che il premier accettasse l’incarico a Palazzo Chigi ad opera di papa Francesco. O ancora alle parole spese per Sergio Mattarella dal segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin nei giorni scorsi: «La Santa Sede auspica un Presidente di discrezione, e Mattarella è stato in questo un maestro, e di fermezza, che sappia intervenire nei momenti giusti per dare gli input necessari per la vita politica del Paese».

Niente a che vedere, tuttavia, con quanto accadeva un tempo, quando i giochi del Vaticano erano meno velati. Secondo gli esperti l’inversione di tendenza sarebbe maturata con l’arrivo di pontefici stranieri. Non solo perché lo scenario risente della mancanza della Democrazia Cristiana, interlocutore privilegiato della Chiesa, partito i cui vertici erano permeati da una forte impronta cattolica.

L'attuale elezione del presidente della repubblica delinea una Chiesa distante dalle vicende politiche, a differenza del passato
Amintore Fanfani (Getty)

Quirinale, quando la Chiesa bloccò la candidatura di Fanfani

Fu la Chiesa, giusto per dare concretezza alle parole, a bloccare la nomina del democristiano Amintore Fanfani nel 1964. A lui il Vaticano gli avrebbe preferito, un po’ paradossalmente l’ateo ed ex partigiano Giuseppe Saragat. Papa da un anno era Giovan Battista Montini, secondo alcuni il vero capo della democrazia cristiana. A fare desistere Fanfani, ricorda True furono prima le visite del sostituto della Segreteria di stato vaticana Angelo dell’Acqua, del segretario particolare del papa, monsignor Macchi e di Franco Costa, assistente generale dell’Azione cattolica. Ma anche un articolo apparso sull’Osservatore romano in cui si invitava «a fare rinunce personali» in nome «dell’unità». E infine una lettera recapitata direttamente da Paolo VI a Fanfani, segnò il punto esclamativo sulla vicenda.

L'attuale elezione del presidente della repubblica delinea una Chiesa distante dalle vicende politiche, a differenza del passato
Papa Giovanni Paolo II (Getty)

L’incontro tra Grochi e Pio XII, l’amicizia tra Pertini e Wojtyla

Prima ancora, il 9 dicembre 1955, Giovanni Gronchi fu il primo presidente della Repubblica a recarsi in Vaticano per un vertice tra capi di Stato con il papa, all’epoca Pio XII. Lo avevano incontrato, ma non in visita ufficiale, anche Enrico De Nicola e Luigi Einaudi. Anni dopo, un rapporto di amicizia si istaurerà tra Karol Wojtyla e Sandro Pertini, fotografati insieme a sciare su una pista dell’Adamello, in Lombardia, e tra Giorgio Napolitano e Joseph Ratzinger, accomunati dalla passione per la musica classica. Sulla stessa lunghezza d’onda Sergio Mattarella e papa Francesco non hanno mai nascosto stima reciproca.