Tutto da rifare. La Corte ha annullato il processo contro il Cardinale Giovanni Angelo Becciu per violazione delle garanzie di legge.
Il Tribunale dello Stato Vaticano ha, infatti, annullato il rinvio a giudizio del Cardinale Giovanni Angelo Becciu e dei principali imputati. Si tratta dei finanzieri Raffaele Mincione, Enrico Crasso e Gianluigi Torzi, il funzionario della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi e un altro prelato Mauro Carlino).
La vicenda
Tutti erano coinvolti nella vicenda della compravendita di un lussuoso edificio nel quartiere di Belgravia a Londra. Il problema è che i rappresentanti dell’accusa vaticani prima del rinvio a giudizio hanno omesso di contestare loro i reati di cui li ritengono responsabili. Per farlo bisogna presentare un formale atto di accusa regolarmente notificato.
Un caso che avrebbe fatto giurisprudenza
Quello nei confronti di Becciu era il primo processo verso un’eminenza grigia della Chiesa. La notizia aveva fatto scalpore anche per la portata della decisione del Papa che aveva rimosso Becciu dagli incarichi e lo aveva sollevato delle prerogative cardinalizie.
Secondo la difesa, però, il cardinale «non ha potuto esercitare il diritto di interrogatorio in merito ai due capi di imputazione su cui noi avevamo eccepito. Un altro aspetto è che avevamo eccepito era non aver avuto una serie di atti e interrogatori e il Tribunale ha detto ’dovete metterli a disposizione delle difese’. Tutto quello che abbiamo eccepito è stato accolto» ha commentato l’avvocato Fabio Viglione, difensore del card. Becciu, dopo l’ordinanza del Tribunale vaticano nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato.
Il processo è stato annullato
I legali del funzionario della segreteria di stato Fabrizio Tirabassi hanno poi aggiunto che « Di fatto il clamoroso processo sulla vendita dell’immobile di Sloane Square è di fatto azzerato e limitato ad ipotesi di reato secondarie».
«Non solo» proseguono gli avvocati «il Tribunale ha respinto anche la richiesta di mantenere riservate le effettive dichiarazioni del principale teste di accusa mons. Perlasca ai promotori. I giudici hanno poi chiesto notizie agli inquirenti sulla condizione di indagato del prelato in altri processi. Questo per valutare se citarlo in aula assistito da un avvocato. Ricordiamo che Perlasca inizialmente indagato e gravemente indiziato per gli stessi reati è stato archiviato senza un formale provvedimento che motivasse tale scelta».
I legali spiegano inoltre che «il rinvio al 17 Novembre allo stato non riguarda gli imputati stralciati. Il processo è ad oggi paralizzato nonostante i tentativi del Tribunale di riportare il procedimento entro i i canoni di legittimità e legalità previsti dalle norme internazionali e sino ad oggi gravemente trascurati».