Quando il 27 luglio 2021 il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky lo nominò comandante in capo delle Forze armate ucraine fu una sorpresa, anche per lui: Valery Zaluzhny, era opinione diffusa, non aveva il physique du role per questo incarico, a maggior ragione perché al confine si stavano già addensando fitte nubi russe. E invece Zaluzhny ha stupito tutti, forse persino se stesso: dopo la riuscita difesa della regione di Kyiv, la distruzione dell’incrociatore Moskva, la controffensiva nella regione di Kharkiv e la liberazione di Kherson, sono in tanti a considerarlo adesso uno straordinario capo militare. E, finito a settembre sulla copertina di Time, c’è già chi gli prospetta una luminosa carriera politica nel dopoguerra ucraino.
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— TIME (@TIME) September 26, 2022
Gli studi all’Accademia militare di Odessa
Da outsider a leader, è questa la parabola – per molti versi inattesa – di Zaluzhny, nato l’8 luglio 1973 a Zvjahel’ (fino al 2022 Novograd-Volynskij), nel Nord dell’Ucraina. Da bambino, pare, voleva fare il comico: unico punto in comune con Zelensky, almeno per adesso. Invece poi ha continuato la tradizione di famiglia entrando all’Accademia militare di Odessa, dove si è laureato con lode nel 1997 dopo aver superato tutte le fasi del servizio militare: da comandante di plotone fino a comandante di battaglione.

La scelta da parte di Zelensky per il dopo-Khomchak
Dopo aver gestito la 24esima e la 51esima meccanizzata, nel 2014 ha preso parte alla guerra del Donbass quando i separatisti sostenuti dalla Russia hanno proclamato l’indipendenza delle repubbliche di Luhansk e Donetsk. Nominato capo del Comando operativo “Ovest” nel 2017, due anni dopo è stato scelto come comandante del Comando operativo “Nord”, con sede a Černihiv e responsabile delle regioni dell’Ucraina settentrionale: considerata la situazione a Est, non la zona più calda del Paese. Ciononostante, due anni fa Zelensky ha puntato su di lui quando si è trattato di sostituire Ruslan Khomchak.

La gestione “occidentale” dell’esercito di Kyiv
Nominato generale a marzo 2022, Zaluzhny fa parte della prima generazione di militari ucraini che non hanno trascorso un solo giorno nell’esercito sovietico. Incaricato di modernizzare le forze armate di Kyiv e di renderle operative con quelle Nato, rispetto ai predecessori Zaluzhny si è contraddistinto per una gestione più occidentale dell’esercito, con ampie deleghe nella catena di comando: uno dei suoi primi passi dopo la nomina è stato consentire ai militari al fronte di aprire il fuoco in risposta agli aggressori senza il consenso dei superiori, concedendo una libertà operativa che ancora manca alle unità russe. La mossa ha dato i suoi frutti, ma ha creato delle frizioni con Zelensky: il presidente ucraino e il generale, che non hanno mai concordato su tutta la linea, oggi non si amano particolarmente. Capace di azzeccare diverse decisioni nell’arco del conflitto, tra i pregi di Zaluzhny ci sarebbe anche la grande umanità. Nella sua rubrica avrebbe centinaia di contatti a tutti i livelli della gerarchia militare e in tutti i settori del fronte: pare – a rischio di cadere nell’agiografia – che in alcune occasioni abbia chiamato personalmente i soldati semplici al fronte per far loro gli auguri di compleanno. Di sicuro, Zaluzhny è dotato di senso dell’umorismo: al Time ha infatti detto di essere «cresciuto con la dottrina militare russa» e di credere ancora che «la scienza militare sia in Russia», esprimendo grande ammirazione per Valery Gerasimov.
Nel suo futuro potrebbe esserci la politica
A maggio, il Cremlino ha diffuso la notizia del ferimento di Zaluzhny al fronte, smentita prima dal Centro per le comunicazioni strategiche del governo ucraino e poi dallo stesso generale, con dei video su Telegram. L’Ucraina può ancora contare su di lui e sono in molti a scommettere che lo farà anche in futuro, una volta messa alla spalle la guerra. La sua popolarità nel Paese può essere paragonata solo a quella di Zelensky e per questo, sostengono sociologi e politologi, potrebbe decidere di candidarsi alle elezioni in programma (in teoria) nel 2024. Zelensky lo ha scelto quando nessuno pensava a lui. In futuro, chissà, potrebbe cedergli il passo.