Per l’Oms l’Europa è l’epicentro dell’epidemia di vaiolo delle scimmie che sta preoccupando il mondo intero. In Italia, intanto, c’è già una città che si candida ad essere il focolaio più grande, ma anche quello con le modalità di contagio più particolari. Si tratta di Padova, dove i contagiati sarebbero entrati in contatto tramite incontri hot organizzati su chat anonime. Da questi sarebbero scaturiti una svariati casi, su cui ora vigila il ministero della Salute che tema un vertiginoso aumento dei contagi. Tutto è partito da un ragazzo tornato dalla Spagna.
Il caso Padova: «Non siamo stati in grado di tracciare i contatti»
A rivelare la notizia è stato il direttore del Dipartimento di prevenzione, Luca Sbrogiò. «In Italia secondo quanto riferito dal Ministero della Salute, ci sono in totale una cinquantina di positività», ha spiegato, «Ad oggi, quello di Padova, è il focolaio epidemico più rilevante a livello nazionale legato ad un’unica catena epidemiologica. Un individuo proveniente dalla Spagna ha avuto modo di contagiare altre quattro persone nella città di Padova, queste hanno poi avuto contatti intimi con altre quattro persone che, per una questione di anonimato nel rapporto, non siamo stati in grado di tracciare».

L’organizzazione su chat anonime
Alla base di tutto ci sarebbero state chat e app di incontri, con cui uomini e donne sono entrati in contatto prima di organizzare gli appuntamenti. Il primo a risultare positivo al vaiolo delle scimmie è stato proprio il ragazzo spagnolo, che così avrebbe contagiato almeno 4 persone, da cui si sarebbe poi arrivati ad altre 4. Ma come specificato dal dottore Sbrogiò, non è semplice tracciare i contatti. Intanto i giovani i questione sono stati ricoverati e già dimessi: nessuno è mai stato in pericolo di vita o in condizioni gravi. Dal ministero della Salute si pensa intanto a una quarantena per chi ha sviluppato sintomi da vaiolo delle scimmie, mentre basta l’autosorveglianza di 21 giorni per i contatti stretti.
Sbrogiò: «Vaccino a categorie a rischio»
L’invito è alla prudenza e lo conferma lo stesso dottor Luca Sbrogiò che spiega anche le eventuali modalità di vaccinazione: «Il focolaio si chiuderà rapidamente se la popolazione avrà l’accortezza di mantenere dei comportamenti più attenti. Al momento stiamo aspettando indicazioni ministeriali per quanto riguarda il vaccino, che sarà di terza generazione, specifico per il vaiolo delle scimmie. Sarà somministrato tendenzialmente a categorie a rischio e a soggetti post esposizione per aiutare la risposta immunitaria».
