Con l’aumento dei casi di vaiolo delle scimmie in Europa e in America, diversi paesi stanno iniziando a mettere in campo strategie per evitare l’insorgenza di potenziali focolai: tra queste il ricorso al vaccino, tra gli strumenti più efficaci per prevenire complicazioni dell’infezione e già disponibile sul mercato.
Vaccino contro il vaiolo delle scimmie
Innanzitutto va sottolineato che, essendo il vaiolo delle scimmie e quello umano molto simili, per prevenire entrambe le malattie si somministra il medesimo siero. Attualmente non è disponibile per il pubblico generale in Occidente, perché il vaiolo umano è stato eradicato (in Italia la vaccinazione è stata sospesa nel 1977 e abolita nel 1981, ma chi l’ha effettuata risulta ancora protetto) e quello delle scimmie è diffuso specialmente nei paesi dell’Africa occidentale e centrale.
Dato che il rischio di focolai è sempre presente e occorre proteggere il personale sanitario e le persone dove la patologia è presente, le case farmaceutiche hanno comunque continuato a svilupparlo ed è attualmente acquistabile sul mercato.
Vaccino contro il vaiolo delle scimmie: come funziona
Il più recente, approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel 2013, è il vaccino antivaioloso MVA-BN, conosciuto in Europa anche come Imvanex e negli Stati Uniti come JYNNEOS / Imavune. Si tratta di un vaccino vivo ma non replicante basato sul ceppo di Ankara di terza generazione. Il funzionamento prevede che il virus venga attenuato attraverso molteplici passaggi nei fibroblasti embrionali di pollo, con conseguente perdita sostanziale del suo genoma in modo da prevenire gli effetti collaterali noti dei vaccini replicanti.
Sviluppato dalla casa biofarmaceutica danese Bavarian Nordic, viene somministrato attraverso due iniezioni sottocutanee (che non lasciano la lesione sulla pelle come la classica vaccinazione contro il vaiolo), di cui la seconda a quattro settimane dalla prima.
Vaccino contro il vaiolo delle scimmie: chi deve farlo
Attualmente in Italia, dove sono stati confermati quattro casi positivi, non è ancora stata diramata una circolare contenente indicazioni in merito alla vaccinazione. Il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha però reso noto che “l’iniezione ai contatti stretti ad alto rischio dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio”. Alcuni paesi si sono mossi per acquistare un quantitativo di dosi e il Regno Unito l’ha già offerto ai contatti stretti dei casi confermati.