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Usa, cosa cambia per i dem al Senato dopo la vittoria di Warnock

Dopo il successo al ballottaggio in Georgia, ora i democratici hanno due seggi di margine sui repubblicani nel Senato Usa: che significa maggior potere nelle commissioni e libertà su leggi e nomine. I centristi dentro il partito perdono potere. E Biden riacquista slancio per il 2024. L’effetto Trump? Non pervenuto, di nuovo.

7 Dicembre 2022 13:09 Redazione
Usa, cosa cambia per i dem al Senato dopo la vittoria di Warnock

Adesso non ci sono più grandi dubbi: le elezioni americane 2022 di metà mandato hanno sorriso ai democratici, che hanno visto addirittura aumentare la loro maggioranza al Senato. Certo, i repubblicani avevano riconquistato la Camera, ma non c’è stata un’ondata del Gop (Grand old party), come temevano i dem, e non si è fatto sentire alcun “effetto Trump”. La vittoria del senatore Raphael Warnock sul repubblicano Herschel Walker al ballottaggio del Senato della Georgia di martedì sera ha concluso così definitivamente le midterm e posto le basi per le elezioni presidenziali del 2024. Ora il partito del presidente Joe Biden può contare su 51 senatori contro i 49 degli avversari, con un margine di due voti che può voler dire molto negli equilibri politici del Congresso Usa.

Usa, cosa cambia per i dem al Senato dopo la vittoria di Warnock
Raphael Warnock. (Getty)

Non servirà più il continuo ricorso al voto di Kamala Harris

I democratici avranno significativi vantaggi di governo rispetto alla divisione 50-50 che c’era finora e che permetteva ai repubblicani una notevole influenza nonostante fossero all’opposizione. Adesso manterranno la maggioranza in ogni commissione, potendo così elaborare leggi e decidere nomine molto più velocemente. Oltre a godere anche di personale e budget maggiori. I repubblicani non avranno più armi per fare ostruzione, né boicottare facilmente le votazioni. Anche nelle dinamiche interne al partito di Biden le cose possono cambiare: i democratici centristi come Joe Manchin (West Virginia) e Kyrsten Sinema (Arizona) non avranno più tanto potere sull’agenda politica. E occupare un posto vacante alla Corte suprema dovrebbe diventare più semplice per i dem. Mentre il sistematico aiutino del soccorso di Kamala Harris diventerà meno ricorrente: fin qui i dem avevano fatto affidamento sul voto della vicepresidente 26 volte, per spezzare il risultato di pareggio sulle questioni legislative e di nomine, un record nei tempi moderni rispetto agli altri vice del passato. I democratici saranno anche in grado di condurre più facilmente indagini congressuali con cui i repubblicani non sono d’accordo.

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Kamala Harris, vicepresidente Usa. (Getty Images)

Un altro colpo per Trump: i suoi candidati non funzionano

La sconfitta di Walker in Georgia segna poi un nuovo duro colpo per Donald Trump, proprio mentre l’ex presidente sta provando a imbastire un’altra campagna per la Casa Bianca in ottica 2024. Molti dei candidati appoggiati dal tycoon hanno perso in un questa tornata elettorale di midterm, come per esempio Blake Masters e Mehmet Oz. Il tocco magico di The Donald ormai si vede sempre di meno e anzi qualcuno anche tra i repubblicani comincia a puntare il dito sulla solita cantilena delle elezioni del 2020 che sarebbero state truccate: una posizione che ormai danneggia più che premiare il Gop, riducendo l’affluenza degli elettori alle urne. Il momentaccio è completato dalla notizia che due società della Trump Organization sono state condannate per frode fiscale.

La Corte Suprema USA ha stabilito che Trump dovrà consegnare alla Camera le dichiarazioni dei redditi dal 2013 al 2018.
Donald Trump. (Getty Images)

Tutti gli occhi si spostano sul 2024: i repubblicani devono cambiare strategia

Ora tutti gli occhi si spostano al 2024: nei repubblicani comincia a covare dissenso nei confronti di Trump, mentre diventa assolutamente necessario ricalibrare la strategia su voto anticipato e per corrispondenza, nonché sul reclutamento dei candidati. I democratici, incluso Biden, hanno ritrovato invece slancio e ottimismo. Il partito ha ampiamente limitato le perdite di seggi alla Camera e aumentato la maggioranza al Senato: resta da capire se sia più merito del messaggio politico recapitato agli elettori da parte di Biden o più demerito dei rivedibili candidati repubblicani e trumpiani. Ci sono due anni per cercare di comprenderlo e non cullarsi sugli allori.

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