Joe Biden fa il Donald Trump e, nel tentativo di arginare un flusso di migranti al confine meridionale una volta revocate le misure anti-Covid, annuncia regole più severe per i richiedenti asilo. In base alle nuove misure i richiedenti asilo dovranno fare domanda in anticipo, utilizzando prima l’app CBP One, rilasciata dalla US Customs and Border Protection. Potranno così fissare un appuntamento con un funzionario statunitense al confine. Questa regola vale già per i migranti in arrivo da Ucraina, Venezuela, Cuba, Nicaragua e Haiti.

L’accesso agli Stati Uniti sarà estremamente complicato per i non messicani
Inoltre, se i migranti arrivano al confine passando attraverso altri Paesi, e non direttamente, allora dovranno prima chiedere asilo in questi Stati e solo in caso di rifiuto rivolgersi alle autorità americane. L’amministrazione Biden si propone di estendere queste restrizioni ai richiedenti asilo adulti e alle loro famiglie, ma non ai minori che arrivano alla frontiera non accompagnati. Escludendo il Canada, l’unico altro confine di terra degli Stati Uniti è quello con il Messico, lungo 3 mila chilometri: ciò significa che l’accesso via terra agli Stati Uniti diventerà estremamente complicato per chiunque non sia messicano. A proposito del confine con il Messico, è da qui che ogni mese 200 mila persone tentano di entrare negli Usa: nel corso del 2021 sono stati circa 2,5 milioni i respingimenti, record dal 2010.

La legge temporanea Titolo 42 scade a maggio: patata bollente per Biden
Ordinato, sicuro, umano. Sono i tre aggettivi con cui Joe Biden a inizio gennaio ha presentato alla Casa Bianca il nuovo piano migratorio Usa. All’inizio della sua presidenza, e nella parte finale di quella Trump, a regolare gli ingressi – ovvero a bloccarli – è stata la legge temporanea chiamata Titolo 42, che consentiva respingimenti d’emergenza per tutela sanitaria in tempi di pandemia. La sua scadenza a maggio è diventata una patata bollente per Biden, che ora si trova a dover gestire una forte pressione migratoria, amplificata dagli effetti del Covid, che ha impoverito ancor di più tantissimi latinoamericani. Trump aveva usato la Titolo 42 come ”scorciatoia” per la sua politica anti-immigrazione, con deportazioni di massa, arresti e separazioni di intere famiglie. Biden non arriverà a tanto, ma ha promesso pugno duro contro chi tenta di attraversare illegalmente la frontiera.

I sostenitori dei diritti dei migranti hanno già annunciato un’azione legale
Bastone, ma anche carota: il piano del presidente Usa prevede l’accettazione di un flusso di 30 mila persone al mese, provenienti da Centro e Sud America: avranno però bisogno che un terzo, già negli Stati Uniti, presenti per loro richiesta di un permesso di lavoro, valida due anni. Dovranno inoltre dimostrare di potersi mantenere, rimanendo però in patria fino al completamento dell’iter burocratico. I sostenitori dei diritti dei migranti hanno già annunciato l’intenzione di intraprendere un’azione legale contro le nuove regole in materia di immigrazione. Il piano di Biden, sostengono i suoi detrattori, è in contraddizione con quanto promesso in campagna elettorale e, tra l’altro, il piano somiglia sinistramente a una proposta di legge fatta nel 2019 da Donald Trump, all’epoca molto contestata e poi bloccata da un tribunale federale l’anno seguente.