Ad Huntington Park, una città a sud di Los Angeles, in California, la polizia ha ucciso crivellandolo di colpi di pistola al torace il 36enne Anthony Lowe. L’uomo era sospettato di aver accoltellato una persona. Sembra che, secondo le prime ricostruzioni, gli agenti lo abbiano inseguito mentre tentava di scappare. Lui era in sedia a rotelle e privo di entrambe le gambe. In un breve video un testimone ha immortalato la vicenda, mentre non ci sono le classiche immagini provenienti dalle body cam della polizia perché gli agenti ad Huntington Park ne sono sprovvisti. E le versioni degli agenti sono confuse e contradditorie.

Lowe ucciso dalla polizia: le versioni degli agenti non convincono
Negli Usa adesso si tenta di capire quale sia la verità. Gli agenti inizialmente avrebbero dichiarato che l’uomo li avrebbe minacciati con lo stesso coltello utilizzato nel presunto accoltellamento. Una versione smentita dal video, in cui si vede Lowe tentare una fuga impossibile, sulle gambe amputate. I poliziotti hanno spiegato che contro l’afroamericano è stato prima spruzzato lo spray al peperoncino e poi utilizzata la pistola elettronica paralizzante, senza esito. E da lì i colpi «per fermarlo». Ma le ferite sono al torace, in punti vitali. Anthony Lowe lascia due bambini piccoli e avrebbe perso le gambe dopo un altro scontro con la polizia in Texas appena un anno fa.
Huntington Park, California police officers shoot dead Anthony Lowe Jr, a double amputee man who tried to run away from them on the stumps of his legs. The cops said they were afraid Lowe would throw the knife he had at them. pic.twitter.com/y4FjqED4Hy
— Mike Sington (@MikeSington) January 31, 2023
La madre: «Peggio di George Floyd»
«Hanno ucciso mio figlio, che era senza gambe. Questa situazione è peggiore di quella di George Floyd. Quando questi video verranno pubblicati, finirà tutto molto male», ha dichiarato Dorothy, madre della vittima. Il caso di Floyd, da cui è nato il movimento Black Lives Matter, appare però tutt’altro che simile. La sorella Yatoya Toy ha raccontato il retroscena dell’amputazione degli arti e secondo la famiglia l’uomo sarebbe stato «un padre affettuoso e attento» ma anche «affetto da depressione» dopo l’intervento.
