Università delle Libertà: chi sono gli esperti dell’ateneo di Berlusconi
Silvio Berlusconi ha finalmente realizzato il sogno di una sua università. E dire che nel 2010 voleva chiamare in cattedra anche Putin. Oggi si deve 'accontentare' dell'ex ministro Baccini e dell'ex dalemiano Peruzy. Insieme alla sessuologa Sara Negrosini.
Il grande sogno del Quirinale è tramontato qualche mese fa, con la rielezione di Sergio Mattarella. Ma a parziale consolazione Silvio Berlusconi ne ha realizzato un altro, coltivato da anni, esattamente dal 2007: l’Università delle Libertà, o meglio l’Universitas Libertatis, come è stata ribattezzata, che ha aperto i battenti il 5 marzo. Tra ambientalisti anti-Ilva e amici di sempre, il progetto presenta una vasta offerta. E così Villa Gernetto, cornice del vertice tra il Cavaliere e Vladimir Putin nel 2010, si potrà trasformare in ateneo grazie alla collaborazione con Unicusano, l’università telematica affermatasi negli anni. Insomma, dalla comunicazione, vecchio pallino berlusconiano, all’economia, le lezioni diffonderanno il verbo della libertà da portare in politica.

Quando Berlusconi sognava di portare in cattedra Putin
Certo, non può esserci Putin, antica suggestione come docente d’eccezione. Nel 2007, Berlusconi aveva pensato di portarlo in cattedra per dare lezioni nel segno del liberalismo. A vederla oggi questa proposta appare surreale. Il parterre di docenti è dunque ridimensionato. Oltre a Putin, non ci saranno George W. Bush, né Josè Maria Aznar, come si vagheggiava 15 anni fa. Più prosaicamente l’Universitas Libertatis potrà contare su esperti italiani. Il nome più gettonato nelle scorse settimane è stato quello di Sara Negrosini, di professione sessuologa, che gestirà due lezioni, quella sul public speaking e l’altra sul linguaggio del corpo. E gli altri?

L’ex ministro Baccini dibatterà di Microcredito ed economia sociale
Non passa inosservato quello di Mario Baccini, a lungo sostenitore di un progetto politico centrista, da buon vecchio democristiano, tanto da aver cambiato numerosi partiti (è transitato anche nel Nuovo centrodestra di Angelino Alfano). Ora deve accontentarsi, si fa per dire, di salire in cattedra. Con Berlusconi c’è un rapporto di vecchia data: in quota Udc è stato sottosegretario (prima agli Esteri poi alla Funzione pubblica) in due governi guidati dal leader forzista. Fino al 2013 è stato in Parlamento in altre formazioni del centrodestra. Alle successive Politiche non è stato rieletto. Nel 2018 ha tentato l’ultima esperienza politica: si è candidato come sindaco di Fiumicino, rimediando una sconfitta contro il dem Esterino Montino. Uscito dai radar politici, è diventato presidente dell’Ente nazionale per il microcredito: in questa veste impartirà una lectio magistralis, a Villa Gernetto, sul tema “Microcredito ed economia sociale”.
L’ex dalemiano Pèruzy si occuperà di energia e rincari
Altra lectio magistralis, tocca ad Andrea Pèruzy, oggi presidente e amministratore delegato di Gestore mercati energetici, società del Gse, partecipata del Mef. In passato è stato dalemiano di ferro, tanto da essere indicato come segretario della fondazione Italianieuropei, salvo poi avvicinarsi a Matteo Renzi. Negli anni del governo Renzi è stato nominato presidente e ad di Acquirente unico spa, incarico giunto poco dopo aver ottenuto la poltrone di consigliere di amministrazione della Consap. Non male. Il percorso si completa, abbracciando due leader storici della Seconda Repubblica: dalla fondazione D’Alema all’università berlusconiana, dove gli è stata affidata la lezione su “energia e problema dei prezzi”. Un tema attualissimo, peraltro.

Da Moles a Cerra fino alla ‘quota verde’ del Cav
Tra vecchi e nuovi amici nell’ateneo liberale, compare anche Giuseppe Moles, senatore di Forza Italia e uomo di fiducia del Cav che lo ha voluto come sottosegretario all’Editoria nel governo Draghi. Una mansione molto delicata per l’ex presidente del Consiglio, visti gli interessi di famiglia nel settore. Moles parlerà di “trasformazione digitale”. Non passa inosservato il nome di Rosario Cerra, fondatore del Centro economia digitale, nel cui board siedono l’ex ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e l’ex sindaco di Roma e attuale numero uno dell’Anica, Francesco Rutelli. Cerra, oltre a essere presidente di I Capital che opera nel settore della consulenza, è anche professore aggiunto della Luiss. Nell’Universitas Libertatis non mancano poi delle sorprese: sono stati ingaggiati anche due docenti favorevoli alla decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. La quota verde del Cav. Sono Prisco Piscitelli, epidemiologo dell’Istituto scientifico biomedico euro mediterraneo (Isbem), e Alessandro Miani, presidente della Società italiana medicina ambientale (Sima). Entrambi hanno condiviso, dal punto di vista tecnico, la battaglia ingaggiata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla decarbonizzazione di Taranto. Questi sono i Prof che si occuperanno delle lectio magistralis, da esterni. Ce ne sono altri che si occuperanno delle lezioni normali, che si possono svolgere anche a distanza, già collaboratori di Unicusano. Il più ricorrente tra i docenti è Enea Franza, responsabile dell’ufficio consumer protection della Consob. In passato era stato anche indicato come possibile presidente della commissione che controlla le società quotate in Borsa e membro attivo della fondazione Luigi Einaudi. Un marchio liberale che ha convinto l’università berlusconiana ad affidargli quattro diverse lezioni, dal funzionamento delle istituzioni europee alla gestione di accesso al credito per le imprese. Insomma, non ci sarà Putin. Ma non ci si può lamentare delle scelte. Nell’attesa di conteggiare il numero di iscritti.