Salario minimo, dal Parlamento europeo c’è l’ok sulla nuova direttiva
Dopo il sì della Commissione Ue, anche l'Europarlamento dà il via libera alla direttiva, che sarà da recepire entro due anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. In Italia dubbi sulla legge o sull'inserimento nella contrattazione collettiva.
Anche il Parlamento europeo dice sì al salario minimo. La direttiva ha ricevuto il via libera da Strasburgo, dopo quello dato dalla Commissione. Il procedimento è stato approvato con 505 voti favorevoli, 92 contrari e 44 astenuti e ora sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Ue. Dalla pubblicazione in poi, ogni Stato membro avrà a disposizione due anni per adeguare le proprie norme alla direttiva. L’Italia in tal senso dovrà per prima cosa decidere come muoversi. Una strada è quella di affidarsi a una legge, mentre l’altra riguarda la contrattazione collettiva, coinvolgendo le parti in causa. La direttiva, infatti, dispone che non bisogna fissare per legge il salario minimo se la copertura dei contratti collettivi, come in Italia, raggiunge o supera l’80 per cento dei lavoratori.

Il Movimento 5 Stelle insiste per la legge sul salario minimo di 9 euro
A insistere sulla legge è il Movimento 5 Stelle. Laura Ferrara, l’europarlamentare pentastellata, spiega che «quello del salario minimo era il primo punto del nostro programma europeo e con il voto di oggi del Parlamento europeo possiamo dire missione compiuta. Tuttavia la strada per recepire la direttiva in Italia è purtroppo ancora lunga e insidiosa. L’inflazione alle stelle e il caro energia stanno falcidiando il potere d’acquisto dei cittadini, non dobbiamo dunque perdere ulteriore tempo e puntare a recepire la direttiva il prima possibile. L’Italia ha due anni di tempo per farlo, per noi invece deve essere la priorità del nuovo Parlamento italiano. Il salario minimo va introdotto nel nostro ordinamento già entro fine anno. Questa direttiva rappresenta anche una misura anti-dumping a vantaggio delle imprese italiane perché individua criteri generali e condivisi per la fissazione dei salari e aumenta la copertura della contrattazione collettiva molto bassa in alcuni Paesi dell’est». Il tetto, per il Movimento 5 Stelle, è di 9 euro l’ora.
Il centrodestra è contrario
Già ieri la leader dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, aveva espresso il proprio pensiero sul salario minimo. Il centrodestra, infatti, si oppone all’istituzione della legge: «Ho detto spesso, sintetizzando, che il salario minimo è uno specchietto per le allodole, le storture si combattono allargando le contrattazioni di primo e secondo livello ma se i salari sono bassi in Italia è perché la tassazione al 46 e mezzo è troppo».
Salario minimo in Ue: adottato da 21 Paesi su 27
Non si tratta, in ogni caso, di una novità assoluta per l’Unione Europea. Già 21 dei 27 Stati membri, infatti, hanno adottato la misura, con cifre che vanno dai 332 euro della Bulgaria ai 2.257 euro del Lussemburgo. Soddisfatto Nicolas Schmit, il commissario Ue al lavoro: «L’aumento del costo di vita colpisce milioni di nuclei familiari in Europa e quindi salari minimi adeguati sono più importanti che mai. Nessuno Stato membro può essere obbligato a introdurre un salario minimo legale, la direttiva rispetterà pienamente l’autonomia delle parti sociali, le specificità dei sistemi nazionali e le competenze nazionali».
