Gli economisti europei sono sicuri: in tutta l’Eurozona, è l’Italia il Paese più a rischio e suscettibile a un’eventuale crisi del debito. A pensarla così sono 9 esperti su 10, secondo un sondaggio portato avanti dal Financial Times e che ha come tema i rischi legati alla stabilità economico-finanziaria dell’Ue. Il 2023 da questo punto di vista non sarà semplice e per gli economisti per l’Italia potrebbe essere ancora più complicato rispetto agli altri Stati membri. Il tema principale è l’aumento dei tassi di interesse della Bce, che cozza con uno dei debiti pubblici più alti d’Europa, cioè quello italiano. Attualmente è al di sopra del 145 per cento rispetto al PIL.

Meloni: «Bce eviti scelte peggiorative»
Già la scorsa settimana anche Giorgia Meloni è intervenuta sul tema dei tassi: «La Bce ha un’autonomia che rispettiamo ma per come la vedo io nella situazione attuale sarebbe meglio evitare scelte peggiorative e soprattutto sarebbe utile gestire bene la comunicazione sulle scelte che si fanno. Altrimenti si rischia di generare fluttuazioni sui mercati che vanificano il lavoro che i governi fanno quotidianamente». Gli economisti si dividono e i pareri aumentano. La stessa Kristalina Georgieva, direttrice generale del Fondo monetario internazionale, ha parlato di come siano circa la metà degli Stati membri a poter subire una contrazione del Pil a queste condizioni.
Knot al Financial Times: «Il rischio di fare troppo poco è il peggiore»
Le prossime settimane, secondo il Financial Times, saranno decisive. Dopo il brusco rallentamento dei mercati dovuto alle parole di dicembre di Christine Lagarde, la Bce sembra aver deciso per una sorta di pausa. Ma questo momento di stasi potrebbe non durare a lungo. Basti pensare quanto dichiarato da uno dei falchi della Bce, Klass Knot, al FT qualche giorno fa: «Il rischio di fare troppo poco è ancora il rischio peggiore». Il riferimento è alle manovre per contrastare l’inflazione, ancora alta.
