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Unicredit-Mps, trattativa in fase avanzata ma c’è il nodo dei 6.000 esuberi

La trattativa tra Unicredit e Mps è agli sgoccioli. Ma bisogna ancora decidere che cosa fare dei dipendenti.

7 Settembre 2021 13:027 Settembre 2021 13:04 Redazione
Mps-unicredit in fase avanzata: nodo esuberi

Venerdì 10 settembre scadrà la prelazione che Unicredit ha nei confronti di Mps per completare l’analisi dei conti, la due diligence, della banca senese. Mps è detenuta per il 64% dal Ministero del Tesoro e versa in acque complesse da tempo. Come riporta il Corriere della Sera, la presidente Patrizia Grieco in una lettera ai dipendenti ha garantito che l’analisi «sta procedendo nel rispetto dei tempi e degli impegni stabiliti». Ma c’è un problema non da poco: si parla di circa 6.000 esuberi su 21mila dipendenti di Mps.

Mps-Unicredit: il nodo esuberi

In effetti, indiscrezioni hanno parlato di una cifra di lavoratori che potrebbero essere accompagnati all’uscita che si aggira tra un terzo e un quarto del complessivo. La presidente Grieco ha provato a tranquillizzare dicendo che il cda «monitorerà e supervisionerà il cammino della soluzione strutturale avviata con l’apertura della Virtual Data Room, ribadendo nei confronti di voi tutti il massimo impegno affinché siano preservati i valori e il patrimonio di competenze della banca». Da notare che l’attuale responsabile delle risorse umane di Unicredit, Ilaria Dalla Riva, ha occupato lo stesso incarico in Mps fino a qualche mese fa.

Mps-Unicredit: i prossimi passi

Se non dovesse essere concessa una proroga, la prossima settimana sarà quella decisiva per decidere il futuro di Mps. Andrea Orcel, l’amministratore delegato di Unicredit, si presenterà alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche il 14 settembre. Intanto, c’è da decidere quanto vale l’istituto di credito senese. Non tanto per il prezzo che Unicredit dovesse corrispondere (che sarà pari a zero) ma per quanto concerne i crediti deteriorati (che ammontano a quattro miliardi) e le richieste di risarcimento che potrebbero arrivare a quasi 6 miliardi di euro. Tra l’altro, c’è da decidere anche che cosa fare con gli sportelli nel Meridione: non interessano a Unicredit e con ogni probabilità verranno gestiti da Mediocredito Centrale.

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