Da Ungaretti a Saba, 5 caffè letterari in cui perdersi tra arte e gusto

Stefania Romani
03/04/2022

Dalla Pasticceria Cucchi di Milano al Gambrinus di Napoli. Cinque ritrovi cari agli intellettuali, dove nascevano libri, quadri e manifesti. E in cui tuttora perdersi tra aperitivi e opere d'arte.

Da Ungaretti a Saba, 5 caffè letterari in cui perdersi tra arte e gusto

Attorno ai loro tavoli sono state scritte pagine storia, racconti e poesie. Era l’epoca in cui i caffè letterari erano un crocevia per intellettuali, pittori, registi. Questi, davanti a un bicchiere di vino o a una cioccolata calda, proponevano a editori e clienti le loro opere, schizzavano un disegno, aderivano a manifesti d’avanguardia, discutevano interventi bellici, cercavano location per i loro film. Tempi andati, di cui a ben vedere, però, qualcosa è rimasto. Se vi stuzzica l’idea di fare una pausa golosa respirando un’atmosfera bohemien, Tag43 ha scelto per voi cinque locali in cui il gusto per l’arte si mescola a quello di deliziosi manicaretti. www.localistorici.it

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Da Milano a Napoli, cinque caffè letterari per mescolare arte e gusto

1- Milano, nella pasticceria cara a Ungaretti

Meta prediletta di Ungaretti e di diversi altri professori universitari del secolo scorso, la pasticceria Cucchi di Milano si trova in un palazzone in pietra a vista. Troneggia all’angolo fra corso Genova e piazza Resistenza Partigiana, a pochi passi dai Navigli. Cucchi è nato come luogo di intrattenimento, che puntava su concerti, inizialmente tenuti da un’orchestrina spagnola, ed è stato un punto di ritrovo per artisti, esponenti del design, capitani d’industria. E ancora oggi, fra i pezzi d’arredamento degli Anni 50 e l’atmosfera unica della sala del tè, è il posto giusto per fare una sosta, circondati dal bello. Magari assaggiando dolce e salato che sanno di storia. pasticceriacucchi.it

Da Giuseppe Ungaretti a Umberto Saba, da Milano a Napoli, cinque caffè letterari in cui perdersi tra arte e gusto
Pasticceria Cucchi, Milano

2- Torino, se la pasticceria diventa un set

Non era difficile incrociare il poeta Guido Gozzano o l’attore Erminio Macario seduti a un tavolino nell’ambiente liberty del Mulassano di Torino. Qui sarebbero stati serviti per la prima volta in città i toast, di ispirazione americana, e  inventati, utilizzando un pane particolarmente morbido, i tramezzini. Ancora oggi sono il pezzo forte dell’”istituzione” torinese, in cui provare anche cioccolate, pasticceria minuta e aperitivi. Oltre le vetrine ottocentesche, fra marmi, legno, specchi, motivi dorati, si dava appuntamento la Torino dell’arte e del cinema. E in questa bomboniera sono state girate scene di diversi film, come il drammatico Piccolo mondo antico di Mario Soldati, Quattro mosche di velluto grigio, giallo horror firmato da un giovane Dario Argento e più recentemente la serie investigativa in due puntate La donna della domenica di Giulio Base. caffemulassano.com

3- Firenze, una birra con Saba e Montale

Inaugurato a metà Ottocento, all’inizio del secolo successivo venne rilevato dai produttori di birra Paszkowski, che gli diedero il nome. Da allora, il caffè di piazza della Repubblica, a Firenze, diventò un crocevia per autori e amanti della musica. Li intratteneva con un programma di concerti che si rifaceva al modello parigino. Fra le sue sale liberty, Aldo Palazzeschi, Ardengo Soffici e Giovanni Papini nel 1914 spingevano per un intervento in guerra contro l’Austria. Giuseppe Prezzolini dava appuntamento ai collaboratori della Voce, la rivista di cultura e politica fondata con Papini, e Dino Campana si dava da fare per piazzare i suoi Canti orfici. Nella generazione successiva il Paszkowski ospitò Eugenio Montale, Vasco Pratolini, Umberto Saba. Mentre crebbe la fama della birra in tutta Italia. Oggi, completato il restauro, la sua eleganza di stampo decò accoglie i clienti sotto la guida dello chef Fabio Barbaglini. www.caffepaszkowski.com

4- A Roma, un caffe sommersi dall’arte

Tappa obbligata per romanzieri, poeti e artisti stranieri che venivano in Italia per il Grand Tour, l’Antico Caffè Greco di Roma vantava clienti come Keats, Byron. Goethe e Stendhal. Nel secondo dopoguerra, invece, il suo Omnibus, una saletta con il soffitto a spioventi, fungeva da cenacolo per esponenti della ricerca astratta, su tutti Mirko e Afro Basaldella. Ma qui si incontravano anche Aldo Palazzeschi a Carlo Levi, Ennio Flaiano e Vitaliano Brancati. Che lasciavano testimonianze fotografiche, opere e cimeli, diventati in oltre due secoli e mezzo di attività del locale una collezione composta da oltre 300 pezzi, fra quadri, sculture, medaglioni, manoscritti, lettere. Il Greco, situato in via Condotti, l’arteria dello shopping per eccellenza, ha attratto anche i protagonisti della Dolce Vita ed è la cornice ideale per sorseggiare una fra le tante miscele della caffetteria proposte in sale che sembrano un museo. anticocaffegreco.eu

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Caffè Greco a Roma (Michele Savaiano)

5- Il salotto buono di Napoli con vista sul teatro San Carlo

Marmi, stucchi, statue, bassorilievi d’epoca che giocano sul contrasto fra il bianco e le cornici in oro. Sono il tratto distintivo del Gambrinus, nel centro di Napoli. Un tempo chiamato Il caffè delle sette porte, per il numero di ingressi con cui si apriva su tre vie diverse, oggi rimane il salotto buono della città, con una vista privilegiata sul teatro San Carlo e sulla Galleria Umberto I. Il tempo non ne ha scalfito l’impronta originaria. Che attirava editori e scrittori, ma anche nobili e membri della corte borbonica. Per la sua atmosfera cosmopolita ha sempre richiamato da tutta Europa pasticceri, baristi e gelatai, che ne hanno esteso la fama oltre i confini nazionali. E ora propone sfiziosità della tradizione partenopea come babà, semifreddi, dolci al cioccolato, gelati. grancaffegambrinus.com

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Caffè Gambrinus, Napoli