Decisi a fare qualcosa di concreto per aiutare i profughi ucraini, gli americani Avi Schiffmann e Marco Burstein hanno inventato Ukraine Take Shelter. Il sito web in tre giorni si è trasformato nella pagina di riferimento per chiunque abbia intenzione di offrire vitto e alloggio a chi fugge dalla guerra. Ispirato al modello di Airbnb, il progetto è nato dall’intuito dei due studenti universitari e vanta già numeri da record: dal suo lancio, infatti, la pagina conta più di 10 mila profili da diverse parti del mondo. «Siamo davvero molto emozionati», hanno raccontato in un’intervista a El País, «abbiamo inventato qualcosa di utile e la gente ne sta approfittando come meglio può».
L’origine del progetto per offrire un tetto ai profughi ucraini
Dopo aver messo a punto nCov2019.live, uno dei più grandi database di tracking dei casi di Covid-19 nel mondo, visitato da più di 30 milioni di user al giorno, il 18enne Schiffmann, studente modello dell’Università di Harvard, ha iniziato a lavorare fianco a fianco del collega Burstein,19 anni. In infinite videochiamate i due si sono confrontati sull’Ucraina balzata agli onori della cronaca a causa conflitto contro la Russia. «Abbiamo iniziato a informarci meglio, a selezionare le fonti da studiare», hanno spiegato.

Come funziona Ukraine Take Shelter
Così è venuta fuori Ukraine Take Shelter, una piattaforma semplice e intuitiva, accessibile anche a chi la tecnologia la mastica poco. «Abbiamo fatto di tutto per renderla elementare visto che i principali destinatari sono proprio soggetti esposti ad alti livelli di stress», hanno precisato. «Non volevamo sottoporre gli utenti alla tortura di riempire documenti e caselle all’infinito». Una volta effettuato l’accesso, gli interessati forniscono la loro posizione e, automaticamente, visualizzano le offerte di accoglienza nelle città più vicine. Oltre a questi dati, possono anche specificare il numero di persone che richiedono asilo e diversi altri filtri come l’età, la durata del soggiorno, le cure mediche di cui necessitano, se hanno bisogno di un mezzo di trasporto per spostarsi e così via.
Even if the war ends, many cities have been heavily bombed. Many Ukrainians will still be without a home.
We will keep https://t.co/ZfCfGUm1NP running as long as it takes to ensure everyone has a safe place to stay until they are ready to return home.
— Avi Schiffmann 🇺🇦 (@AviSchiffmann) March 14, 2022
Buona parte delle energie richieste dal progetto sono state catalizzate sulla sicurezza del sito e la tutela della privacy nel caso di possibili attacchi informatici da parte di hacker russi. Per eludere la minaccia della frode, hanno blindato il portale: «L’algoritmo banna qualsiasi attività automatica sospetta, in modo da non lasciare alcun margine d’azione ai bot», ha aggiunto Schiffmann. I tre giorni di lavorazione del progetto sono stati intensi e faticosi. «Tra tutti e due, non arrivavamo a cinque ore di sonno, mangiavamo senza smettere di lavorare», ha dichiarato Burstein, «l’unica pausa che mi sono concesso è stata quella dedicata a sostenere un esame universitario semestrale ad Harvard».

Un portale poliglotta e in continuo aggiornamento
Tra i grandi vantaggi del servizio, spicca sicuramente la possibilità per tutti di offrire un rifugio. «Chiunque abbia anche solo una stanza libera è il benvenuto», hanno sottolineato, «non è obbligatorio mettere a disposizione l’appartamento completo». Il mercato che, fino a ora, ha mostrato maggior interesse all’iniziativa è stato quello dei paesi europei: «La maggior parte degli utenti arriva da Francia e Germania, ma la Spagna le sta raggiungendo. È straordinario vedere come la gente, da qualsiasi angolo del pianeta, si stia mobilitando per aiutare chi è in difficoltà».

E mentre la pagina non smette di crescere (è già arrivata a 100 milioni di visite), il duo si ingegna per ritoccare i dettagli: da qualche giorno, ad esempio, Ukraine Take Shelter è disponibile in una decina di lingue differenti. «Al momento, ci stiamo dedicando a risolvere i bug e aggiungere aggiornamenti che ne migliorino di volta in volta l’utilizzo, incorporando app di messaggistica come Viber, la più utilizzata in Europa dell’Est». Intanto, i feedback positivi sono sempre più numerosi: la scorsa settimana, una signora olandese li ha contattati per chiedere delucidazioni su come segnalare l’assenza di disponibilità della sua casa sul sito. Le stanze erano già state occupate da persone in fuga dalla guerra.