Uiguri, l’Onu accusa la Cina: crimini contro l’umanità

Matteo Innocenti
01/09/2022

Secondo le Nazioni Unite ci sono prove credibili di torture e violenze sessuali contro la minoranza etnica, così come di incarcerazioni arbitrarie e cure mediche forzate. Pechino rigetta le accuse.

Uiguri, l’Onu accusa la Cina: crimini contro l’umanità

L’atteso rapporto Onu sulla regione cinese dello Xinjiang è arrivato l’ultimo giorno di lavoro di Michelle Bachelet come Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Per la precisione, a 13 minuti dalla fine del suo mandato quadriennale. E sta facendo parecchio rumore: il rapporto menziona infatti «prove credibili» di torture, «incidenti di violenza sessuale e di genere» e «sistemi di detenzione arbitraria» contro gli uiguri, etnia turcofona di religione islamica che vive nel nord-ovest della Cina.

Uiguri, l'Onu accusa la Cina: prove credibili di crimini contro l’umanità. Pechino però rigetta tutte le accuse.
Uiguri protestano a Istanbul per la scomparsa dei loro parenti, deportati nei “campi di rieducazione” (OZAN KOSE/AFP via Getty Images)

Per Pechino il rapporto Onu è «una farsa» orchestrata dall’Occidente

«L’entità della detenzione arbitraria e discriminatoria di membri della comunità uigura e di altri gruppi a maggioranza musulmana può equivalere a crimini internazionali, in particolare crimini contro l’umanità», si legge nel rapporto delle Nazioni Unite. «Le accuse di pratiche ricorrenti di tortura o maltrattamenti, comprese le cure mediche forzate e le cattive condizioni carcerarie, sono credibili, così come le accuse individuali di violenza sessuale e di genere». C’è da dire che il rapporto non contiene alcuna rivelazione rispetto a quanto era già noto sulla situazione nello Xinjiang, dove almeno dal 2014 è in corso un genocidio culturale. Tuttavia, adesso è stato messo nero su bianco: mentre il documento (di ben 48 pagine) invita la comunità internazionale ad agire, Pechino ha già bollato il suo contenuto come «una farsa» orchestrata dall’Occidente.

Uiguri, l'Onu accusa la Cina: prove credibili di crimini contro l’umanità. Pechino però rigetta tutte le accuse.
Michelle Bachelet, dal 2018 Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

«Il cosiddetto problema dello Xinjiang è una bugia politicamente motivata», ha dichiarato l’ambasciatore cinese all’Onu, Zhang Jun puntando il dito contro Michelle Bachelet, colpevole di interferire negli affari interni della Cina. Curiosamente, proprio l’Alto commissario uscente era stata accusata di essere troppo indulgente nei confronti di Pechino (a maggio si era recata nella capitale della Repubblica Popolare): ma cercare di dialogare con le autorità cinesi, ha spiegato, «non significa chiudere gli occhi». Soddisfazione da parte di Human Rights Watch: «Meglio tardi che mai. Questo momento sarà decisivo», ha affermato Sophie Richardson, direttrice dell’ong per la Cina. La pubblicazione del rapporto obbligherà adesso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ad occuparsi del caso.

Uiguri, l'Onu accusa la Cina: prove credibili di crimini contro l’umanità. Pechino però rigetta tutte le accuse.
Giovani uiguri nel bazaar di Hoten, villaggio dello Xinjiang (FREDERIC J. BROWN/AFP via Getty Images)

Più di più di un milione di persone nei campi di rieducazione dello Xinjiang

Secondo il rapporto dell’Onu, da tempo gli uiguri sono sottoposti a «cure mediche forzate» e sono sottoposti a una «applicazione discriminatoria delle politiche di pianificazione familiare e controllo delle nascite». Una perifrasi che sta per “sterilizzazioni e aborti forzati”. Per quanto riguarda deportazioni e incarcerazioni, si stima che più di un milione di persone siano state detenute in campi di rieducazione presenti nella regione dello Xinjiang. Pechino ha sempre negato le accuse di abusi e sostenuto che i campi siano in realtà uno strumento per combattere il terrorismo. In particolare tra il 2009 e il 2014, infatti, la regione è stata colpita da attacchi attribuiti a islamisti o separatisti uiguri. Anzi, erano: i «centri di formazione professionale» allestiti per tenere gli abitanti lontani dall’estremismo religioso, ha precisato Pechino, sono vuoti in quanto «gli studenti hanno completato la formazione».

Uiguri, l'Onu accusa la Cina: prove credibili di crimini contro l’umanità. Pechino però rigetta tutte le accuse.
Le città dello Xinjiang sono fortemente militarizzate (PETER PARKS/AFP via Getty Images)

Uiguri, il genocidio culturale perpetrato da anni dal governo cinese

Lo Xinjiang è la più estesa divisione amministrativa della Repubblica Popolare Cinese. Al confine occidentale del Paese, confina con Mongolia, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Afghanistan, Pakistan e la parte del Kashmir controllata dall’India a ovest. Questo fa sì che il territorio, enorme ma scarsamente popolato (almeno rispetto al resto del Paese) ospiti numerosi gruppi etnici: su circa 21 milioni di abitanti, il 45 per cento è costituito da uiguri, che sono musulmani e turcofoni. Seguono gli Han, il gruppo etnico maggioritario della Cina. Sotto l’amministrazione di Xi Jinping, la Repubblica Popolare ha dato il via a quello che è un vero e proprio genocidio culturale perpetrato ai danni degli uiguri, che ha portato a un enorme numero di detenzioni in campi di rieducazione, senza procedimenti legali che in qualche modo li potessero giustificare. Adesso il rapporto delle Nazioni Unite, che forte di prove ha messo in evidenza quanto sta accadendo in Cina.