Immaginate di essere la prima città al mondo in cui – presumibilmente – si sia verificato il primo caso di contatto alieno nella storia: l’8 luglio 1947 a Roswell, nel Nuovo Messico (Usa), un oggetto volante non identificato si schiantò al suolo creando scompiglio e un bel po’ di letteratura. L’evento, cui fece seguito il ritrovamento di presunti cadaveri alieni, fu poi classificato come perfettamente normale: l’oggetto era uno strumento del Progetto Mogul, un programma top secret degli Stati Uniti per intercettare dei segnali dall’Unione Sovietica. I “cadaveri”, invece, erano dei manichini antropomorfi usati in delle esercitazioni militari. Spiegazioni, accompagnate da documenti ben verificabili, cui in molti non hanno voluto credere. Da quell’episodio fu poi tratta la serie di romanzi per ragazzi, Roswell High, di Melinda Metz, e anche una serie televisiva (Roswell) in onda dal 1998 al 2002. Nel 2019 è iniziata la trasmissione anche di Roswell, New Mexico, un’altra serie tratta dai romanzi di Metz. Oltre a una sfilza abbastanza lunga di documentari e reportage di ogni genere.
Gli Ufo, una spinta per il tursimo
Ecco, in questa città si attende con un certo interesse la pubblicazione del rapporto del Pentagono sui fenomeni aerei non identificati: secondo le anticipazioni del New York Times, si dirà che l’esistenza degli Ufo non è né smentita, né confermata, anche se alcuni Membri anziani del Congresso pare siano stati informati che questi rappresentano «una minaccia per la sicurezza nazionale». Ma l’interesse di Roswell per la questione non riguarda tanto i rapporto in sé, quanto l’impatto dello stesso sulla città: lì ci sono il Museo Internazionale degli Ufo e vari negozi che vendono souvenir a tema per i visitatori. «Stiamo aspettando con ansia i risultati del rapporto», ha detto Juanita Jennings, direttore delle relazioni pubbliche della città. «E credo che anche la maggior parte dei visitatori che vediamo passare da Roswell stiano aspettando con ansia: abbiamo turisti che vengono qui da tutto il mondo».
Come molte città che dipendono dal turismo, Roswell ha subito un duro colpo durante il picco della pandemia da Covid-19: mentre, solitamente, in questo periodo dell’anno gli hotel sono pieni all’80 per cento, adesso lo sono al 45, nonostante la campagna vaccinale negli Usa stia andando avanti rapidamente. «È stato devastante. Il nostro turismo ha avuto probabilmente il più grande danno economico che abbiamo mai visto», ha continuato Jennings. Normalmente, Roswell conta 250 mila visitatori l’anno, e insieme all’agricoltura quello turistico è il settore più redditizio per l’economia della città. «Il rapporto aggiunge sicuramente più significato alla storia della nostra città». Non tutti però sembrano interessati alle rivelazioni del Pentagono. Il Guardian ha intervistato un turista, Jordan Hammond: 22 anni, da appassionato di alieni, è già alla decima visita a Roswell: «Voglio solo sapere cosa si nasconde nell’Area 51».
Gli Ufo e gli abitanti di Roswell
Oggi, a Roswell, le teorie del complotto fanno parte della “cultura kitsch” della città. Una delle tre sedi di McDonald’s ha la forma di un disco volante, e molte vetrine hanno almeno un alieno o un Ufo visibile dalla strada. Ma sotto i souvenir, la gente del posto sa che l’incidente è parte integrante della loro città: «Fa parte della nostra storia, non è solo un espediente», ha detto Kyle Bullock, che sulla questione ha anche creato un podcast. Al contrario di altri suoi concittadini, convinti che la loro città abbia ospitato un evento straordinario settant’anni fa, Bullock non crede nell’esistenza degli Ufo. Tra i “credenti”, invece, c’è Dennis Balthaser, che ha fatto ricerche sugli Ufo per oltre 30 anni: «Penso che la maggior parte delle persone sappia che qualcosa è successo, qui, nel 1947», ha detto. «Lo sappiamo. E per quanto ne sappiamo, la verità non è ancora stata detta». Almeno fino ad ora.